A pagare sono sempre gli stessi?

È giunto il tempo delle scadenze fiscali di fine anno, dopo il versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette lo scorso 30 novembre è giunta l’ora di calcolare il saldo Imu. Questi due momenti sono importanti per il bilancio dello Stato italiano che ai primi di novembre ha diffuso i dati sulle entrate erariali relativi ai primi 9 mesi dell’anno. Le entrate sono calcolate con due metodologie, per competenza e per cassa, non comprendono, inoltre, le entrate degli enti locali, previdenziali e sociali. Ci concentriamo sulla cassa, che è l’elemento più certo e meno aleatorio.Il totale delle entrate al 30 settembre 2012 è stato pari a 279,64 miliardi di euro con un aumento di circa 7 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2011. In tempi di calo del Pil questo ha significato un aumento della pressione fiscale. La suddivisione delle imposte è in due categorie: imposte dirette che comprendono quelle sui redditi, sui patrimoni e sui proventi del patrimonio e quelle indirette che riguardano tutte le tipologie di consumi. La prima tipologia tassa il reddito mentre si forma, la seconda tipologia tassa i consumi. Il reddito ha prodotto per l’erario 151 miliardi di gettito con un aumento di circa 5 miliardi, i consumi hanno prodotto incassi per 128,6 miliardi con un aumento di circa 2,1 miliardi.La crisi economica ha provocato diminuzioni di incassi nelle seguenti tipologie:- Ire (la vecchia Irpef) scende di 2,1 miliardi (-1,8%) per effetto del calo dei redditi da lavoro dipendente; Iva cala di 2 miliardi (-2,5%) come conseguenza della diminuzione dei consumi; il calo delle compravendite immobiliari penalizza tutte le imposte collegate come quelle del registro, le ipotecarie e catastali; scendono tutte le imposte sui consumi energetici come ad esempio il metano e alcuni oli; diminuiscono anche le entrate sui giochi nonostante un incremento delle giocate: anche in questo settore agisce la legge della produttività decrescente dove a dosi successive di giochi corrisponde una diminuzione di gettito che può avvenire sia per accordi meno vantaggiosi tra stato e gestori sia per una modifica della scelta dei giochi da parte dagli scommettitori che si orientano verso giochi meno fruttuosi per l’erario.Le decisioni prese dal governo Monti hanno invece aumentato il gettito nei seguenti capitoli di entrata:- 4 miliardi di gettito aggiuntivo sono arrivati dall’Imu destinata all’erario (non si tratta di quella incassata sulla prima casa che rimane ai comuni); circa 3 miliardi derivano dal forte aumento delle accise sui carburanti che malgrado un calo dei consumi stimato intorno al 9% hanno assicurato un aumento del 20% del gettito; altri 2 miliardi sono arrivati dalle imposte sugli interessi maturati su titoli grazie al combinarsi di due fattori l’aumento dell’aliquota applicata dal 12,5% al 20% (ad esclusione dei titoli di stato dove l’aliquota è rimasta immutata) e l’aumento dei tassi di interesse come conseguenza della mancanza di fiducia degli investitori tra fine 2011 e inizio 2012; 2,8 miliardi arrivano invece dalla nuova formulazione dell’imposta di bollo sulle attività finanziarie compresi i depositi di conto corrente e titoli dove è stata prevista un aliquota dello 0,10% sul valore delle attività per ogni anno (dal prossimo anno l’aliquota passerà allo 0,15%); 251 milioni di euro (0,25 miliardi) derivano poi dal gettito Ires delle imprese che malgrado la crisi hanno pagato più imposte grazie del recupero dell’evasione che sta avvenendo.In conclusione il gettito è stato salvato da tre elementi: la tassazione sui patrimoni immobiliari e finanziari, le accise sui carburanti e il recupero dell’evasione, come si trattasse di una miniera dove sono stati scoperti altri filoni. La patrimoniale, seppure in misura ridotta, è già operante. Il prossimo anno verrà alzato il prelievo sui depositi titoli e bancari dall’attuale 1 per mille all’ 1,5, l’Imu si colloca su aliquote comprese tra il 4 e il 10 per mille, con la possibilità per i comuni di aumentare o diminuire le aliquote. Margini per un aumento delle imposte sui patrimoni sembrano esserci con alcune attenzioni verso quelle sugli immobili, dove non sempre il contribuente ricava proventi sufficienti per coprire le tasse. Occorre evitare che siano i redditi da lavoro dipendente a far fronte agli impegni patrimoniali per non esporre il contribuente al rischio di non poter pagare. Diventa sempre più necessario agire sulle spese pubbliche per giustificare un tale aumento dell’imposizione fiscale.

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