Siamo nel pieno dibattito sulla “manovra economico finanziaria” dello Stato che deve portare, per il 2014, al pareggio di bilancio. Le polemiche – al solito – sono scoppiate per i capitoli più diversi. E vien subito da domandarsi se sia proprio necessario usare i toni rissosi che da mesi – purtroppo- caratterizzano il dibattito politico. Non sarebbe più conveniente usare toni diversi? I media, a loro volta, accentuano lo scontro….e le conseguenze si riverberano sul clima sociale complessivo, che finisce per rendere sempre più triste il vivere insieme. Uno dei capitoli dibattuti si riferisce alle spese che l’Italia deve sostenere per le numerose missioni militari all’estero : in Afghanistan, in Libano, e ora in Libia….Paesi a maggioranza musulmana. Anche l’altro giorno, dopo l’incidente accaduto con la morte di un nostro soldato la Lega ha declamato la contrarietà a questo impegno : ma tutti i giorni i leghisti dicono che sarebbe forte il risparmio se si chiudessero tali presenze, con vantaggi non da poco per il pareggio di bilancio statale.

Personalmente non ho competenza per suggerire decisioni. Anche se tutti ne intuiscono i pesi economici. Un aspetto naturalmente da non dissociare dalle responsabilità internazionali che un Paese come l’Italia non può trascurare.

E’ possibile però che l’opinione pubblica ragioni con calma, su di essi.

Per l’Afghanistan…..un settore militarmente di grande rilievo : per gli uomini (4.000) e i mezzi impiegati; per i pericoli incombenti su coloro che rendono quel servizio. Soprattutto, poi, per gli insuccessi degli interventi militari, dei russi prima e degli Stati a guida americana.

Mi sembra che una parte non da poco della popolazione sia contro le milizie straniere. L’organizzazione dei talebani è sempre diffusa tra le famiglie, i clan e le tribù, soprattutto delle zone non urbanizzate; e anche nelle città hanno presenze non da poco.

Si afferma spesso che le operazioni militari sono necessarie per vincere la struttura terroristica e antidemocratica di tali organizzazioni ; che i nostri soldati proteggono e svolgono anche attività umanitarie.

Tutto ciò è vero, ma non è sufficiente per instaurare un processo democratico, tanto meno un processo democratico a somiglianza di quello in atto nei Paesi Occidentali. Questo ha richiesto, da noi, tempi molto lunghi. E in quei Paesi i decenni saranno forse più numerosi. Tanto più che le armate occidentali sono spesso considerate e presentate come odiosi rimasugli delle “crociate”; “occupanti” : desiderose di impossessarsi delle loro ricchezze e incapaci di apprezzare le loro doti culturali.

Vanno dunque ripensate attentamente le decisioni che si riferiscono a tali impegni internazionali. Si! Per le ragioni economiche. Ma molto più per il senso e gli obbiettivi che li hanno suggeriti e si propone di mantenerli.

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