Un’Europa ferita che le élites di Bruxelles non comprendono

Qualcosa non ha certamente funzionato domenica scorsa in Spagna. Le scene di violenza davanti ai seggi rilanciate sulle tv e i social di tutto il mondo mentre i cittadini si recavano liberamente alle urne, provocate dalla polizia di uno Stato membro dell’Unione Europea, rimarranno come una ferita dolorosa della storia recente. Il governo di Madrid di Rajoy - che giustamente si è opposto allo svolgimento di un referendum illegale e incostituzionale - ha però tragicamente sbagliato le modalità di intervento, tentando di soffocare quella che poteva essere una passerella politica degli indipendentisti catalani, snobbata peraltro dalla maggioranza dei cittadini, che hanno votato sì solo per il 38% degli aventi diritto. Dobbiamo essere chiari: non è accettabile che la costituzione di un Paese membro dell’Unione Europea possa essere stravolta con colpi di mano o forzature elettorali, come accaduto in Spagna. Tuttavia la vicenda catalana ha riproposto un serissimo problema per tutti i Paesi occidentali: di fronte al disagio della globalizzazione e alla fragilità di istituzioni incapaci di rispondere alla rabbia e alla delusione dei cittadini, cosa offrire a chi invoca autonomia, rispetto delle proprie identità, anche chiusura delle frontiere per tenere lontane alcune minacce del nostro tempo come terrorismo e immigrazione clandestina? La rabbia di Barcellona è infatti simile al disagio di chi ha scelto per la Brexit. C’è una ferita che attraversa l’Europa e che le attuali élites di Bruxelles faticano a comprendere.In Lombardia, invece, la classe politica ha dimostrato lungimiranza. E il prossimo voto per il referendum per l’autonomia ne è la risposta. Nessuna forzatura istituzionale, infatti, ma una legittima chiamata al voto pienamente coerente ai dettami dell’art. 116 della nostra Costituzione per chiedere ai lombardi: volete che la nostra Regione avvii una trattativa perché il Governo conceda più risorse e più libertà ai nostri comuni? Il popolo lombardo avrà una grande occasione: decidere di andare alle urne per esprimere un’idea di futuro per la propria terra, all’interno del quadro dell’unità nazionale.

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