Trenord non esiste a sud di Milano e parlare con l’azienda è impossibile

Caro direttore, sono un affezionato (mio malgrado) cliente/utente di Trenord. E sono indiavolato. Per la seconda volta in due mesi, complici problemi legati all’attivazione prima e al rinnovo poi di un abbonamento ferroviario, ho avuto bisogno di parlare con un operatore Trenord e ciò non è stato possibile. Al numero indicato sul sito e su tutti gli altri canali comunicativi dell’azienda (lo 02.72494949) non risponde mai nessuno. Il mese scorso ho provato la prima volta per una giornata intera a intervalli di un’ora, stando in linea fra i 20 e i 30 minuti senza mai riuscire a parlare con un operatore, oggi (ieri per chi legge, ndr) ho tentato per 50 minuti consecutivi una volta e per 1 ora e 17 minuti (li ho cronometrati) la seconda. Alla fine ho dovuto desistere, infuriato e sconfortato. Faccio notare in aggiunta che il numero del call center non è un numero verde ma è a pagamento; e questi minuti chi li rimborsa al cliente? Oltre al danno, poi, c’è la beffa: ho pagato - on line - l’abbonamento e non posso usarlo perché risulta inattivo alle macchinette dove va caricato elettronicamente. E domani (oggi, ndr) dovrò tornare in stazione a Rogoredo e sperare che nel frattempo l’abbonamento sia diventato attivo. In caso contrario dovrò recarmi fisicamente a Milano (in una delle sedi di Cadorna o Garibaldi) per provare a risolvere l’inghippo, buttando via altro tempo e danaro. Ma che servizi sono questi? Si passa al digitale, all’informatico e poi i sistemi vanno in tilt - così spiegano ai piani alti - per il carico di gente che rinnova i titoli di viaggio e i centralini saltano per eccessi di telefonate? Non sarà forse il caso di potenziare gli uni e gli altri e, magari, di introdurre un numero gratuito? Inoltre, se un’azienda eroga un servizio che va da Saronno e Chiasso fino a Lodi e Pavia com’è possibile che non ci sia almeno una sede fisica di riferimento/assistenza nella zona a sud di Milano?

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