Il Guercino “ritrovato” di Codogno

Il Guercino dimenticato. Mentre Piacenza celebra con una mostra importante di opere il genio di questo pittore tra i più rappresentativi del Seicento, Codogno a sorpresa scopre che da mezzo secolo un quadro del Guercino l’ha niente meno che sul proprio territorio.

Dato in deposito alla cappella dell’ospedale di Codogno dalla Pinacoteca di Brera negli anni Sessanta ma sorprendentemente dimenticato nella sua attribuzione nel corso dei decenni. Ignorato dalle istituzioni locali, mai valorizzato dagli addetti ai lavori territoriali. Eppure, basta una ricerca in Internet per ritrovare in pubblicazioni a carattere scientifico e pure nell’elenco ufficiale delle opere di Giovanni Francesco Barbieri – detto appunto il Guercino – anche quella sita a Codogno, con tanto di luogo di collocazione in evidenza: “ospedale civico”. Proprio qui è un olio su tela datato 1658, di ampie dimensioni (305x195 centimetri) e raffigurante Le Sante Chiara e Caterina, pervenuto a Brera nel 1811 dalla chiesa delle monache di Cotignola (Ravenna) in seguito alle spoliazioni napoleoniche. Ma c’è dell’altro. Proprio perché sconosciuta ai più, l’opera si trova esposta in un luogo aperto al pubblico, senza alcuna protezione significativa, né sistemi di sicurezza a tutela: la cappella è accessibile in tutta tranquillità, qui nei giorni feriali si celebra messa alle 15.30, la domenica e festivi ci sono le messe delle 10.30 e delle 18.30, partecipate da tanti codognesi. Inconsapevoli che sul loro raccoglimento veglino le sante dipinte dal Guercino. Lo stupore è anche quello della stessa ex Azienda Ospedaliera del Lodigiano (oggi Asst), ignara dell’attribuzione del quadro: «Non ne sapevamo nulla».

L’ARRIVO A CODOGNO

Per trovare l’inizio di questa incredibile vicenda si deve tornare agli anni Sessanta e all’edificazione della nuova cappella dell’ospedale. Le memorie raccolte da chi allora occupava posti dirigenziali nel nosocomio riportano alla codognese Franca Ciboldi, indimenticata professoressa di greco e latino che aveva sostenuto con generosità la nuova realizzazione e molto teneva a che la cappella fosse valorizzata da un’opera di significativa importanza. Il suo interessamento mosse leve autorevoli. Pronte a snodarsi fino a Milano, alla Pinacoteca di Brera. Che dispose la concessione in deposito del Guercino alla cappella dell’ospedale lodigiano.

UN’OPERA DA RESTAURARE

La tela spicca imponente a destra dell’altare. A proteggerla, solo una lastra trasparente lungo la parte bassa del dipinto, che raffigura Santa Chiara, inginocchiata e con l’ostensorio in mano, e Santa Caterina in piedi, con la ruota dentellata che ne è elemento iconografico distintivo. Sul lato del dipinto una targa con la scritta “G.B. Barbieri detto il Guercino”, le date anagrafiche dello stesso (1591-1666) e uno sbaglio di titolazione (Visione di Santa Teresa). Un restauro sarebbe necessario e non solo per la patina di sporco che offusca colori e bellezza del quadro: la tela è rovinata da uno strappo di qualche centimetro, visibile su un lato della figura di Santa Caterina.

ANNUNCI DA BRERA E ASST

«Abbiamo circa 600 opere in deposito esterno, sparse in tutta Italia, qualcuna anche all’estero. Collocate in enti pubblici, chiese, cappelle – così ieri dalla Pinacoteca di Brera, che ha confermato l’attribuzione del quadro - . Stiamo per far partire una campagna di revisione di tutti i depositi esterni, per verificare le condizioni in cui versano queste opere». Per l’Asst intervene invece il responsabile del dipartimento tecnico-amministrativo Maurizio Bracchi: «L’esistenza di quel quadro ci è sempre stata nota, non però la sua “firma” importante. Cercheremo l’atto relativo al deposito a Codogno. E stiamo attivandoci per dotare la cappella di un impianto di sicurezza e di una telecamera di sorveglianza».

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