Va in pensione il dottor Ferri: per tre generazioni medico dei paullesi

Grande festa per l’uomo che ha dedicato tutto il proprio tempo agli ammalati e alla professione

Per tre generazioni è stato il medico dei paullesi. Giuseppe Ferri lascia il lavoro a settant’anni, non per volontà sua, ma per un obbligo di legge. Forse però non s’aspettava che fuori dall’ambulatorio, lunedì durante il suo ultimo giorno in camice bianco, c’erano una centinaio di persone. Pazienti, amici, familiari, che si sono riuniti in piazza Berlinguer con il corpo bandistico di Paullo, insieme per dire grazie a chi ha esercitato per quarant’anni in città. D’altronde, il dottor Ferri, fedele al giuramento di Ippocrate, ha sempre ribadito che il suo non è un lavoro ma una vocazione.

LE DIALISI FATTE “IN CASA”

Per essere sempre puntuale in ambulatorio ha sacrificato ogni attimo del suo tempo. Addirittura, negli ultimi anni, per non mancare all’appuntamento con i suoi pazienti, ha scelto di svolgere a casa la dialisi (che in ospedale, per tre giorni la settimana, l’avrebbe tenuto “occupato” per quattro ore ogni volta).

ABITA DA SEMPRE IN CASCINA

Nato e cresciuto a Lanzano, il dottor Giuseppe Ferri ha trascorso quarant’anni sul territorio paullese. «Abito e ho sempre abitato in cascina e nella cascina vicina ho conosciuto mia moglie», racconta il dottore. Margherita Mascheroni, che per stare accanto al marito e sostenerlo nella sua professione, ha deciso di lasciare il lavoro e seguire il compagno. «Gli è sempre stata accanto - raccontano le figlie Federica e Valentina -. Dietro un uomo grande c’è sempre una grande donna e nostra madre lo è stata. Prendeva gli appuntamenti, è sempre stata presente anche nei momenti più difficili». Già, perché per il medico condotto a Paullo, non è stato sempre rose e fiori.

SI È LAUREATO NEL 1973

Laureatosi nel 1973, prima ha svolto il medico militare (da allievo ufficiale di complemento), poi ha iniziato a svolgere in ospedale il proprio servizio. Nel 1978 ha aperto il suo ambulatorio a Paullo e i suoi mutuati sono cresciuti fino a toccare i duemila (per legge poi diminuiti). «L’inizio non è stato facilissimo, forse è stato più difficile, poi come in tutte le cose ci sono stati alti e bassi – dice Ferri -. Mi ritengo comunque fortunato, perché ho fatto quello che a me era congeniale. Si può dire che è la medicina a sceglierti».

PAULLO È CAMBIATA

Il dottor Ferri ha visto Paullo trasformarsi da paese a città e ha assistito alla sua crescita demografica. «Quando ho iniziato l’ambulatorio, forse ci sono stati i primi accenni di crescita – racconta -. Posso dire che il cambiamento c’è stato». Prima c’erano tanti paullesi doc, poi è cominciata una forte spinta da Milano verso Paullo. «In molti hanno preso casa qui, da Milano in periferia - conferma il dottore -. Per il rapporto medico-paziente invece non è cambiato granché: le malattie curate sono quelle dei medici di base. Nulla di più: noi facciamo prevenzione e una diagnosi tempestiva è importantissima. Posso dire che se prima il paziente pendeva dalle labbra del proprio medico, oggi non è più così. L’istruzione è molto più diffusa, chi viene conosce meglio i sintomi, a volte suggerisce la cura. Mi è capitato di discutere con i pazienti, ma devo dire che il rapporto è tanto forte e solido e insomma mi dispiace proprio lasciare l’ambulatorio. Io sarei andato ancora avanti. Ma, purtroppo, al settantesimo anno di età termina la nostra convenzione». Anche se i suoi “mutuati” il dottor Ferri non li abbandonerà: continuerà con la professione privata, lui che è anche dietologo. 

È ANCHE DIETOLOGO

«Da medico di fabbrica, vent’anni fa ho abbracciato questa specializzazione - racconta il dottore -. Devo dire che pian piano le persone che si rivolgevano a me sono aumentate di numero. È un altro cambiamento, non solo a Paullo, ma in Italia: c’è un maggior numero di persone in sovrappeso. D’altronde aumenta il benessere e aumenta la pancetta e purtroppo è cresciuta anche a me. In generale devo dire che il rapporto che ho costruito in questi anni è stato motivo di orgoglio». E la risposta dei pazienti è stata calorosa, durante la festa a sorpresa le figlie e gli amici hanno preparato in piazza Berlinguer. Una torta con 40 candeline da spegnere, quelli passati da medico condotto a Paullo.

Emiliano Cuti

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