Alunni a casa accompagnati, prevalga il buon senso

di Stefano Taravella, Presidente Unicef Lombardia

A volte si resta increduli, quasi sconcertati, di fronte a norme che ci sembrano assurde; e in effetti lo sono. È il caso della recente disposizione che prevede l’obbligo della consegna degli studenti fino a 14 anni ad un adulto al termine delle lezioni. In verità questa normativa c’è sempre stata, ma era di fatto disattesa, fino a che una recente sentenza della Cassazione ha condannato il dirigente scolastico e gli insegnanti per omessa vigilanza dopo la morte di un alunno, investito da un autobus all’uscita da scuola. Tenterei di affrontare la questione, per il vero opponibile con tutta una serie di considerazioni di buon senso assolutamente condivisibili, da un punto di vista che mi sembra non sia stato preso molto in considerazione nel dibattito in atto, e cioè,anche per onor di firma,dalla parte dei ragazzi.

Nell’ampio argomentar legittimo in cui tutti hanno ragione, (il Ministero che si appella alla Legge, i genitori che non sanno come fare e i presidi in mezzo, tra incudine e martello), mi domando se qualcuno si sia ricordato di LORO,dei ragazzi,di cosa ne pensano. Se la questione è definita da una legge dello Stato, come afferma perentoriamente la Ministra, è pur vero che un’altra norma di rango superiore, la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (peraltro assunta dall’ordinamento italiano come legge ordinaria), stabilisce che ...in tutte le decisioni delle istituzioni pubbliche,relative ai minori... l’interesse superiore del ragazzo deve essere prevalente. Siamo sicuri che in questa vicenda lo sia stato? E qual è l’interesse superiore,la sicurezza del ragazzo o lo scarico di responsabilità dei “grandi”?

Qualcuno si è premurato, come dicevo dianzi, di ascoltare gli studenti la cui opinione, sempre secondo la Convenzione, deve essere tenuta in considerazione? Non mi risulta . E ancora, senza scomodare i testi sacri della psicologia dello sviluppo e senza citare i vari guru che ci dispensano consigli del buon crescere dai salotti dei talk show, come si può parlare di autonomia consapevole dei ragazzi,di partecipazione responsabile dei giovani, se poi fino a quattordici anni , sono costretti ad essere prelevati dai genitori al termine delle lezioni? Senza considerare gli eccessi o le eccezioni, su cui si potrebbe aprire un capitolo infinito, sappiamo veramente cosa sanno fare oggi i quattordicenni, parecchi dei quali semplicemente per motivi anagrafici sono già alla scuola superiore ? Conosciamo bene le loro potenzialità e capacità non ascrivibili al solo campo tecnologico? Costringerli ad essere accompagnati nel tragitto casa scuola e viceversa,è umiliante per un’intera generazione,oltre che ridicolo per tutti. Lasciamo che siano loro a decidere, assieme alle loro famiglie!

La cosa evaporerà per consunzione e finirà da sola per comprovata inapplicabilità : il buon senso prevarrà sui legulei legiferanti. I presidi nel frattempo,cui va tutta la mia solidarietà,si oppongano al crescente nonsenso e non perdano di vista la luna per il dito: lascino tornare a casa da soli gli studenti, allegramente, come sempre al termine della mattinata scolastica. Per quanto poco possa valere,si facciano rilasciare, se già non l’hanno fatto, una dichiarazione dai genitori, i quali si assumono ogni responsabilità per i loro figli una volta fuori da scuola oltre l’orario delle lezioni.

I genitori saranno accusati di abbandono di minori? I dirigenti dcolastici di omissioni di atti d’ufficio? Ed io di istigazione alla disubbidienza civile?

Ma mi faccia il piacere!

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