L’accoglienza ai profughi sia sostenibile

San Martino Pizzolano conta 650 abitanti. La scelta di un privato, che ha messo a disposizione una palazzina di 9 appartamenti, rischia di inserire nella comunità 51 profughi. Almeno, così si dice. Collocare 51 profughi in una comunità di 650 persone si pone decisamente al di fuori di ogni elementare scelta di buon senso.

Non vorremmo che l’escalation infinita degli sbarchi portasse i responsabili a cedere alla tentazione di accogliere qualsiasi opportunità di ricollocazione venga loro prospettata, imboccando scorciatoie insensate.

Al contrario, proprio di fronte alle emergenze, tutti, a partire da chi ha responsabilità di governo, dobbiamo conservare lucidità di ragionamento e buon senso nelle decisioni da adottare. Noi amiamo davvero le nostre Istituzioni e non vogliamo che i cittadini le sentano nemiche o avversarie! Sarebbe l’inizio di una delegittimazione pericolosa anche per la democrazia. Per questo, ci permettiamo proporre di affiancarle nelle scelte, al fine di percorrere fruttuosamente insieme la strada dell’accoglienza di persone meno fortunate.

Come sostiene Caritas Italiana, meritoriamente impegnata al riguardo, l’accoglienza deve essere sostenibile e diffusa. Ossia, deve interessare tutte le comunità, nessuna esclusa. Quelle che hanno immobili posti a disposizione da privati, e quelle che ne sono prive.

Ad ognuno compete fare la propria parte, secondo principi di equità e solidarietà. Ogni comunità ha una guida amministrativa che persegue il migliore protagonismo, in questa come in tutte le altre problematiche. Non ci sembra lecito opporre resistenze ed alzare barricate contro i poveri, quando l’accoglienza rispetta la misura di 2,5 persone ogni mille abitanti. Specialmente se la nostra cultura affonda le radici in valori eterni ed abitiamo un territorio che vanta secoli di solidarietà.

Di recente, la comunità di Somaglia (di cui San Martino Pizzolano fa parte) ha inviato una richiesta alla Prefettura di Lodi affinché potesse gestire in proprio i profughi già presenti nel comune, per assicurare loro tutele e dignità che in notevole misura sono finora mancate. Questa lettera di generosa disponibilità, condivisa e firmata da Amministrazione Comunale e Parrocchia, non ha trovato riscontro nelle scelte della Prefettura.

Non siamo contrari all’accoglienza dei profughi, anzi! Soltanto, desideriamo che l’accoglienza sia davvero sostenibile e diffusa. Del resto, il protocollo sottoscritto da Ministero dell’Interno ed Anci prevede l’inserimento dei profughi nelle comunità, in misura di 2,5 ogni mille abitanti. Pure la Prefettura di Milano ha sottoscritto un protocollo con i sindaci che va nella direzione di perseguire la collocazione dei profughi nelle comunità secondo principi di sostenibilità ed effettivo inserimento sociale.

Come sosteneva Marcello Candia, “il bene lo si fa bene” e non con pressapochismo o soluzioni pasticciate. Chi è più sfortunato di noi, nel momento in cui lo accogliamo, merita tutta intera la nostra cura ed attenzione, da esplicarsi in un percorso di integrazione autentica nella comunità ospitante. La quale non può essere posta, da nessuno!, nella condizione inaccettabile di subire scelte foriere di fibrillazioni sociali al proprio interno.

Sarebbe bello raccogliere su queste considerazioni la rappresentanza sociale di Somaglia e San Martino Pizzolano (Amministrazione Comunale, Parrocchie, mondo dell’associazionismo, società sportive, eccetera), oltre ai singoli cittadini. Sarebbe davvero un significativo passo in avanti se ad una nostra delegazione fosse data la possibilità di un tour a Lodi di reciproco ascolto con il Prefetto, con il Presidente della Provincia, con il Vescovo, con il direttore del quotidiano Il Cittadino. Con estremo rispetto, consegneremmo a ciascuno le nostre riflessioni assieme alle nostre disponibilità. Perché noi vogliamo bene ai poveri e li riconosciamo persone e fratelli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA