Troppi furbi nelle case Aler

Scatta il giro di vite sui “furbetti” delle case popolari. L’appello di palazzo Broletto: «Denunciate le situazioni di irregolarità, già segnalato un caso all’autorità giudiziaria». Il caso è scoppiato mercoledì sera durante la serata organizzata dall’amministrazione con gli inquilini degli alloggi popolari e comunali presenti in città: un gruppo di loro ha infatti segnalato la presenza di residenti che, pur vivendo nelle case Aler e dunque dichiarando un reddito minimo, circolerebbero su auto di lusso indicanti un tenore di vita ben più elevato. «Se conoscete questi casi, denunciateli direttamente a noi - hanno quindi esortato il sindaco Vito Bellomo e l’assessore alla partita Fabio Raimondo -. Dopo averli segnalati a carabinieri e Guardia di finanza, saranno le forze dell’ordine ad indagare per capire come stanno davvero le cose. Un inquilino che dichiarava il falso, peraltro, sta già per essere segnalato». A metà gennaio, poi, palazzo Broletto ha sgomberato una famiglia che viveva abusivamente negli alloggi Aler addirittura da 30 anni. «La presenza degli irregolari danneggia tra l’altro chi avrebbe effettivamente bisogno di una casa - hanno continuato gli amministratori -. Anche per questo motivo, un fenomeno di questo tipo è da combattere in tutti i modi. Tanto più che, a fronte di 235 famiglie attualmente in lista d’attesa, annualmente riusciamo a soddisfare non più di una decina di richieste. Solo attraverso una sempre più stretta collaborazione, riusciremo a far fronte ai tanti problemi degli alloggi popolari». Proprio in quest’ottica il responsabile Aler di Rozzano Simone Bianchi ha proposto la formula dell’autogestione agli inquilini, che nelle prossime settimane dovranno decidere se aderire o meno. «L’abbiamo già sperimentata in altri Comuni, sembra funzionare» sono state le sue parole. Secondo il progetto, sarebbero gli stessi residenti a scegliere le ditte incaricate dei servizi (ad esempio pulizie e cura del verde), che in tal modo avrebbero la possibilità di controllare direttamente. Una volta verificato che siano stati effettivamente effettuati, la fattura sarebbe girata ovviamente all’Aler, che provvederebbe infine ad adempiere ai relativi pagamenti.

Nel frattempo gli abitanti delle case popolari in via dei Ciclamini hanno citato i dati dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr) che, dopo aver compiuto una serie di carotaggi nel sottosuolo del cortile, ha rilevato la presenza di idrocarburi in misura ben superiore ai limiti di legge. «Quasi certamente l’inquinamento è legato ad una perdita di gasolio da parte dell’impianto di riscaldamento - hanno affermato -, ma in ogni caso invitiamo a far luce sui vari aspetti della vicenda, compresi naturalmente i costi del gasolio pagato in esubero».

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