Cornegliano: «Anche il biogas è inquinante»

Le emissioni in atmosfera, in un anno di esercizio, sono equivalenti a quelle di 8.000 tir che percorrono cinque chilometri nello stesso comune. Oppure a quelle di 20mila veicoli che fanno dieci chilometri. Impianti di biogas alla berlina, nella serata di approfondimento organizzata dal Comitato ambiente e salute del Lodigiano, venerdì sera a Cornegliano Laudense. In una sala consiliare gremita di cittadini, i referenti del Comitato - che lotta contro il maxi deposito di stoccaggio autorizzato ad Ital Gas Storage per 2,2 miliardi di metri cubi - hanno dato la parola a esperti del settore per fare luce sui rischi dei circa 400 impianti di biogas in Lombardia. Molti dei quali sono di dimensioni ridotte - non superano il megawatt - per avvalersi delle agevolazioni fiscali previste per gli impianti agricoli.

«Molto spesso, però, gli agricoltori sono solo soci di minoranza delle società fondate insieme agli impianti - ha spiegato il professor Michele Corti, docente di agraria all’Università degli Studi di Milano ed esperto di rischi ambientali -, che sono però guadagni per pochi e danni per molti. A fronte di una quantità di energia prodotta minima, costituiscono una fonte importante di inquinanti diversi, con una presenza di metano, di idrogeno solforato e composti azotati spesso tossici». A differenza delle grandi centrali, «senza sistemi di abbattimento dei fumi, che in buona parte finiscono in atmosfera, a ridosso della zona dove sorgono». Altra questione è poi quella dei rifiuti del digestore, il grosso “stomaco” degli impianti : «Sostanze che spesso vengono disperse in modo illegale, come ci racconta la cronaca, con l’acqua delle rogge che cambia colore o produce schiuma».

Assenti gli amministratori di Cornegliano, nel pubblico c’erano l’assessore di Lodi Andrea Ferrari e Domenico Conia del Movimento 5stelle, la serata è nata per indagare le correlazioni tra gli effetti dello stoccaggio e quelli di un impianto a biogas che sorge ai confini del progetto Ital Gas Storage. «Uno dei 50 autorizzati in Lombardia a smaltire il mais contaminato dalle aflatossine - ha sottolineato il professor Corti - e già soggetto a una serie di sopralluoghi di Arpa». Se a fare il punto sugli effetti sulla salute, a breve e lungo termine, è stato il dottor Danilo Conti, medico ospedaliero, la tesi è che gli inquinanti immessi in atmosfera da questi impianti a Cornegliano andrebbero a sommarsi, a costruzione avvenuta, a quelli dello stoccaggio, «che secondo i dati emette in atmosfera quanto 600mila autovetture - ha ricordato Roberto Biagini, referente per il Comitato - : l’esperienza dei “colleghi” del Comitato di San Benedetto del Tronto, che hanno presentato un esposto in procura contro un impianto simile, mandando deserte le conferenze dei servizi, ci dice che la giustizia penale funziona. Faremo ricorso anche a quella, scrivendo in Procura e alla Corte di Giustizia Europea. Perché se non serve all’Ue, che non ha concesso fondi per progetti di interesse comunitario, e non è utile a livello locale e nazionale, chi ci guadagna?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA