Lodi, via al salvataggio di Belfagor

Partiranno tra alcuni giorni i lavori di manutenzione del “Belfagor”, la statua di piazzale Medaglie d’Oro. Dopo le festività del 4 novembre il comune di Lodi conta infatti di avviare il restauro del monumento alla Resistenza. Le operazioni consisteranno nella rimozione del rivestimento della statua, per verificare lo stato di conservazione dello scheletro interno in acciaio. Il piano è già stato sottoposto alla Soprintendenza ai beni architettonici, che ha dato il via libera.

L’intervento è stato illustrato ieri dall’assessore Enrico Brunetti: «Si tratterà di fare una radiografia complessiva della struttura. Faremo un’analisi dettagliata per capire se esistono dei problemi e come è possibile programmare un’azione di sistemazione. L’obiettivo dei tecnici sarà fare una diagnosi puntuale per capire in che condizioni si trova lo scheletro del monumento». L’incarico per i lavori verrà affidato alla ditta Marchesi di San Martino in Strada (che tra l’altro ha realizzato i lavori di ferramenta per le parti in acciaio della rinnovata biblioteca Laudense), per un costo stimato di circa 4mila euro. Il cantiere dovrebbe essere avviato tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Verranno installati dei ponteggi in piazzale Medaglie d’Oro al fine di “spogliare” la statua del suo rivestimento e per il recupero dei materiali.

L’analisi delle condizioni dovrebbe durare pochi giorni, per verificare in quale stato si trovano i blocchi in acciaio che sorreggono la scultura che raffigura una donna con una bambina alzata al cielo. «Quella programmata è una semplice ricognizione, che avrà il compito di fare una ricostruzione dettagliata dell’interno del monumento - aggiunge Brunetti - una volta terminata questa fase si potrà decidere quale intervento mettere in campo per un complessivo recupero. In caso di lavori ingenti faremo un progetto puntuale e la sistemazione verrà conclusa tra alcuni mesi».

Il restauro si è reso necessario per il distaccamento di un pezzo della statua, una mano della bambina, che era caduta a terra nel febbraio di quest’anno. Si tratta di un blocco in ferro, con parti in ottone. Ora il Broletto ha in programma un’iniziativa per riportare l’opera realizzata da Gianni Vigorelli nel 1965 al suo antico splendore.

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