Ormai da diversi giorni nel report dell’Arpa la colonna che indica il Pm10 rilevato dalle centraline del Lodigiano è scritta in grassetto. Il grassetto indica che è stata superata la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo, considerato come “valore limite” dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Lodi, Montanaso, Tavazzano, Bertonico, Codogno, San Rocco al Porto: tutte le centraline del territorio indicano valori “fuori legge”. Nel capoluogo in particolare gli sforamenti continuano ininterrottamente da sabato 24 settembre per quanto riguarda la centralina di media urbana di via Vittime della Violenza, in zona San Fereolo, mentre lo strumento di rilevazione di viale Vignati ha cominciato a segnare valori sopra il 50 da martedì 27 settembre, con l’unica eccezione di lunedì 3 ottobre (48 microgrammi per metro cubo). Quest’ultimo è posizionato volutamente in una zona ad alta densità di traffico ed è considerato una “centralina di traffico”.Il problema non è solo lodigiano, ma riguarda buona parte della Regione e città come Milano e Cremona hanno già in previsione blocchi del traffico per abbassare il livello di inquinanti nell’aria. L’amministrazione milanese sta anche pensando di ritardare la data da cui sarà possibile accendere il riscaldamento, che a livello regionale è fissata al 15 ottobre. Intanto si guarda al meteo e alla previsione di piogge e cali di temperature, secondo gli esperti, infatti, il principale accusato dell’inquinamento atmosferico è proprio il caldo fuori stagione.
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