«Nel Lodigiano serve un altro hospice»

L’appello dei volontari che seguono i malati terminali di cancro

«Ce la faremo a costruire un nuovo hospice nel capoluogo. È il nostro obiettivo». Giuseppe Fiorentino, vicepresidente dell’associazione Pallium, lo assicura. «Quello di Casale - non basta - commenta -, il nostro obiettivo a lungo termine è di costruirne uno nel capoluogo: c’è un estremo bisogno di una struttura come questa. Ci sono tanti edifici che sono inutilizzati».

L’associazione ha già mosso i primi passi in questo senso, ma Fiorentino preferisce non sbilanciarsi. L’associazione “Pallium - Solidarietà e sollievo”, che ha sede legale in via XX Settembre, a Lodi, si è costituita a luglio con la finalità di assistere e sostenere i pazienti affetti da malattie neoplastiche, in fase terminale e le loro famiglie. L’associazione è nata dalla condivisione degli operatori sanitari che fanno capo al servizio di ospedalizzazione e cure palliative. Durante la loro attività, in quest’ultimo periodo, sono venuti a contatto con il piccolo Alessandro Bianchini di Caviaga, morto di tumore a soli 3 anni. «In accordo con la mamma e in ricordo di Alessandro - spiega l’infermiere - vogliamo avviare delle iniziative di sensibilizzazione della popolazione più giovane. Per questo abbiamo avviato anche una raccolta fondi. Il nostro obiettivo è di reclutare 50 volontari tra operatori sanitari dell’Asl e dell’ospedale. Adesso siamo in 15». In vista anche l’allestimento di un dispensario farmaceutico, per mettere in circuito i medicinali per i pazienti in fase terminale, che costano tanto e spesso le famiglie lasciano scadere in casa. «Un altro obiettivo - aggiunge Fiorentino - è la costituzione di un numero unico, una sorta di call center per i cittadini, per spiegare loro come accedere alle cure domiciliari e agli hospice del territorio. Parteciperemo, inoltre, ad un bando, per finanziare la formazione degli operatori». Il caso del piccolo Alessandro ha aperto una nuova strada.

«Questa esperienza - si confida - Fiorentino - mi ha cambiato tantissimo. Sono papà di 5 figli e mi sento un fuoco dentro, una forte motivazione a fare qualcosa per quelli che soffrono. Quando entro in una casa e vedo l’ammalato che si contorce dal dolore, chiamo subito il medico e cerchiamo di aiutarlo. È una cosa che non ha prezzo vedere quando te ne vai il suo sorriso di ringraziamento. Se la gente ci aiutasse riusciremmo a fare molto di più. Nel 2009 gli operatori dell’ospedalizzazione hanno assistito 115 famiglie, nel 2010 203 e l’obiettivo del 2011 è di arrivare a 250. Abbiamo bisogno però di volontari, di risorse per sostenere l’attività. Ci vuole un po’ di passione per l’altro, umanità e buon senso, se ce l’hai le cose vengono». Chi avesse bisogno di aiuto può rivolgersi al 348/5590856, [email protected]. Per dare una mano all’associazione, e indirettamente a tutti quelli che devono essere curati, invece, è possibile effettuare un versamento sul conto bancario acceso presso la banca popolare di Lodi (Iban ITG0516420301000000002560), con causale “Ospedalizzazione domiciliare cure palliative Alessandro Bianchini”.

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