VIZZOLO Più di un giorno di attesa su una sedia al Pronto soccorso del Predabissi: l’odissea di un 68enne

Al paziente, che lamentava problemi renali, è stato poi diagnosticato un tumore in un altro ospedale

Si presenta in Pronto soccorso e attende più di 24 ore per essere ricoverato. È la storia di Francesco Cavaletti, 68enne residente a San Giuliano che lo scorso mercoledì si è recato al Pronto soccorso di Vizzolo Predabissi febbricitante e con sintomi legati ad un malfunzionamento dei reni. «Durante la prima visita non è stato riscontrato quasi nulla - afferma Cavaletti -, ma nella seconda un infermiere si è accorto che avevo l’ittero e che i miei reni avevano dei problemi. Dopo circa 7 ore mi è stata fatta l’ecografia, in cui però l’esito non riscontrava alcuna anomalia. Intorno alle 3 di notte di giovedì il medico ha deciso di farmi la tac, tuttavia, io e altre due persone in urgenza abbiamo dovuto attendere le 8 di mattina per l’arrivo del tecnico specializzato».

Dopo alcune ore arrivano finalmente gli esiti della tac, dove viene constatato un pessimo funzionamento dei reni. Successivamente, un chirurgo si rivolge al sangiulianese intorno alle 13 di venerdì confermandogli un letto in reparto, che purtroppo non avrebbe trovato prima delle 21, costringendo Francesco ad attendere su una sedia per altre 8 ore. «Dopo oltre 48 ore ho finalmente potuto dormire su un letto - continua Cavaletti -, portandomi dietro i diversi acciacchi per essere rimasto sulle seggiole del Pronto soccorso. Intorno alle 8 di sabato mattina mi vengono diagnosticati i calcoli alla cistifellea. Nelle ore successive nessuno si faceva più sentire, così ho deciso di chiamare mia figlia per farmi accompagnare in un altro ospedale, ormai esausto da questa trascuratezza». L’odissea del sangiulianese sembra essere giunta al termine, tuttavia, la spiacevole notizia: dopo alcuni esami effettuati nell’altro istituto ospedaliero gli è stato diagnosticato un tumore al duodeno, ancora incerto se di causa benigna o maligna. Nessuna risposta ufficiale dall’Asst Melegnano-Martesana in merito al caso specifico, si fa però notare che attualmente il personale ospedaliero è in fase di riorganizzazione. «Il mio obiettivo non è quello di mettere in cattiva luce l’istituto ospedaliero, ma come paziente chiedo un trattamento più adeguato, in grado di garantire al più presto una comoda sistemazione per tutti coloro che vengono ricoverati», conclude Cavaletti.

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