Vizzolo, neonato muore dopo il parto

Sono 14, tra medici e ostetriche, gli indagati dalla procura di Lodi per la morte del piccolo David, figlio di una coppia di Mediglia, avvenuta poche ore dopo la nascita all’ospedale di Vizzolo. La tragedia si è consumata martedì: David, figlio di una coppia di italiani poco più che ventenni, è venuto alla luce in mattinata. Pesava quattro chili e mezzo. «È sano e sta bene», così i medici avevano rassicurato mamma e papà.

Ma nel pomeriggio la situazione è precipitata, al punto da portare i responsabili del reparto di ostetricia-ginecologia a richiedere un trasferimento urgente all’ospedale dei bambini “Vittore Buzzi” di Milano. L’equipe per il trasporto si era già organizzata, ma nel tardo pomeriggio i medici si sono dovuti arrendere e constatare il decesso.

Nel reparto, i parenti in lacrime, con il cappellano dell’ospedale don Carlo Millefanti accorso per dare loro conforto. Dopo lo shock iniziale il fratello di uno dei genitori, ricordandosi proprio di quella frase «il bambino sta bene», si è fatto coraggio e si è rivolto ai carabinieri. Il pm di turno Delia Anibaldi ha aperto un fascicolo, per l’ipotesi di omicidio colposo, e l’autopsia sarà eseguita, al più tardi, lunedì. Acquisite dalla procura anche le cartelle cliniche del piccolo e della madre, in vista dell’iscrizione sul registro degli indagati dei professionisti, medici ed eventualmente anche ostetriche, che potrebbero doversi difendere qualora emergessero ipotesi di responsabilità o negligenze. Il classico “atto dovuto”, quello dell’individuazione dei potenziali responsabili, per dare loro modo di nominare consulenti di parte che assistano all’autopsia e possano consegnare al pm le proprie conclusioni, se necessarie e diverse da quelle del consulente del magistrato. Anche i genitori di David sono intenzionati a nominare un proprio esperto, e un avvocato, per fare chiarezza. L’Azienda ospedaliera preannuncia un’inchiesta interna: «Ci siamo immediatamente attivati per accertare i fatti - fa sapere la direzione dell’Ao di Melegnano -, esprimiamo comunque la piena fiducia verso i professionisti e il loro operato». I familiari sono stati assistiti, in reparto, anche nelle ore successive alla dolorosa comunicazione dell’accaduto. «Siamo profondamente dispiaciuti, e il nostro pensiero va in primo luogo alla famiglia, cui siamo vicini», aggiungono dalla direzione dell’Ao. Dove, «dato che si tratta di eventi rarissimi», spiega un medico, ci sarebbe stata comunque l’intenzione di procedere a un’autopsia sanitaria, per risalire alle cause esatte della morte in culla. Sembra che il bambino, dopo il parto, avvenuto senza che venissero rilevate anomalie se non un leggero sovrappeso rispetto alla media, non abbia subito alcun tipo di trattamento particolare, non avendo dimostrato alcun tipo di problema. È stato il personale del reparto ad accorgersi di alcune difficoltà di respirazione e a dare l’allarme ai medici.

Una prima ipotesi che trapela da chi, in ospedale, è a conoscenza del caso riguarda una possibile malformazione non rilevata, o non rilevabile, da precedenti esami.

Ma è un’ipotesi che sembra nascere da un’osservazione del precipitare del quadro clinico del neonato. David ora è nella camera mortuaria del Predabissi: sarà l’autopsia a iniziare a chiarire se è stata una fatalità.

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