Via libera al piano salva Genia

In tribunale si tratterà con i creditori

Tredici mani alzate in maggioranza e quella del pidiellino Alfio Catania alle tre di notte hanno dato l’ok alla trattativa in corso fra Genia e creditori per evitare il fallimento. Aspettando il giorno della verità imminente, martedì 13 settembre al tribunale di Lodi.

Maratona di sette ore per l’attesissimo primo consiglio comunale post-ferie. La votazione sulla “ristrutturazione del debito Genia ex articolo 182 bis legge fallimentare” è dilagata fino alle ore piccole di mercoledì tenendo compatta la maggioranza e facendo breccia nell’area Pdl più vicina ai centristi. Un segnale che certamente non mancherà di ingolosire i futurologi della politica locale e gli habitué da aula consiliare.

«Siamo entrati in aula con un consigliere comunale assente e siamo usciti con un voto in più - commenta il sindaco Alessandro Lorenzano -. La nostra proposta per salvaguardare il futuro di Genia è stata accolta non solo dalla maggioranza. Apprezzo il fatto che il senso di responsabilità in certi casi vada oltre gli schieramenti». «Ho votato sì nell’interesse del bene comune di San Giuliano e non certo per il metodo accentratore esibito, e persino ammesso, dal sindaco Lorenzano» precisa lo stesso Catania protagonista dell’inattesa uscita.

In realtà in questo momento tutto su Genia, dopo anni in cui lo spettro dei 70-80 milioni da pagare non ha mai abbandonato San Giuliano, si gioca sul piano tecnico-legale nella cornice del tribunale di Lodi. Fra cinque giorni dovrebbe tenersi l’udienza cruciale nella negoziazione prefallimentare tra il consiglio di amministrazione e i rappresentanti delle società creditrici: banche ed Eni in prima fila. Se si arrivasse ad un accordo di conciliazione col 60 per cento dei creditori (soglia minima per l’efficacia, nda) si eviterà la dichiarazione di fallimento che potrebbe innescare meccanismi imprevedibili, persino il passaggio dei debiti della multiservizi in capo al comune, cioè ai cittadini.

Il “piatto” offerto agli ex (e attuali) finanziatori è di permettere a Genia di continuare a produrre utile dietro taglio di 25 milioni e mezzo del credito esigibile e tenendo fuori dal discorso due cose che complicherebbero tutto: il contenzioso Genia-comune da 13 milioni di euro e l’azione di responsabilità da 55 milioni di euro promossa dal consiglio societario contro gli ex amministratori.

Per quanto riguarda le opposizioni, Marco Toni è rimasto fermo sulla sua linea, e cioè che «si continuano a portare in consiglio atti sovrani del cda Genia e non atti di indirizzo sui servizi pubblici locali quali ci competerebbero». Ed è uscito dall’aula raggiungendo Marchini e Molteni di Sel, i quali, dopo aver ricordato di «aver votato sempre responsabilmente a cominciare dalla crisi della giunta Greco», hanno chiarito di «non poter suffragare un documento che non è passato nemmeno per l’ombra di una commissione». Patti (Pdl) era fuori per possibile conflitto di interesse e dentro sono rimasti Nicolai e Broccanello (Pdl), con Salvo (5 Stelle), Dornetti e Curcio (Lega) a votare no. Secondo Nicolai resta pesantissimo l’interrogativo di «cosa sarà Genia anche a debito ristrutturato, cosa farà, che utili potrà produrre se non per pagare i mutui».

Secondo la maggioranza Pd-Idv-Il Centro, però, la povertà di idee fra le opposizioni è ancora peggiore: «Non si è sentita tranne che da Toni una sola alternativa».

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