San Giuliano, Poste inadeguate: il Comune ci ritenta e scrive al Ministero

Segala e Catania chiedono spazi più consoni e denunciano disagi, locali piccoli e lunghe code

Un sollecito ufficiale rivolto a Poste Italiane è partito martedì dall’amministrazione comunale di San Giuliano che ha rinnovato nuovamente la propria disponibilità alla collaborazione per individuare una nuova sede in alternativa all’angusto quartier generale di via Roma. La missiva in cui vengono messe in evidenza le grosse difficoltà legate alla presenza di spazi insufficienti rispetto alla portata dell’utenza - che è stata firmata dal sindaco Marco Segala e dall’assessore al commercio Alfio Catania - è stata indirizzata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, nonché al direttore generale del Tesoro e all’amministratore delegato di Poste Italiane Bianca Maria Farina. «Facendo seguito alle ultime comunicazioni risalenti ai mesi di marzo e aprile 2021 - si legge -, alle quali non abbiamo avuto alcun riscontro, siamo nuovamente a sollecitare un vostro intervento in merito a un problema che da anni preoccupa la nostra città per i disagi che apporta agli utenti degli uffici locali di Poste Italiane». A seguire viene ricordato che i sangiulianesi si trovano costretti a concentrarsi in «spazi angusti e poco confortevoli dell’ufficio di via Roma 31 che provocano un continuo congestionamento degli stessi, lunghi tempi di attesa e lunghe code anche sul marciapiede esterno agli uffici, i cui gli utenti, soprattutto anziani, restano quindi sottoposti per ore alle intemperie invernali e alla calura estiva». Al tempo stesso Segala e Catania rendono noto a chiare lettere che il caso nei mesi scorsi è anche sbarcato sui banchi del consiglio comunale dove le forze politiche bipartisan hanno «dato mandato alla giunta di attivare tutti i canali possibili per arrivare ad una soluzione definitiva in grado di agevolare i nostri cittadini nella fruizione del servizio». Partendo da queste premesse si alza la richiesta, espressa con toni pacati, di un rapido riscontro al fine di aprire un dialogo costruttivo teso a dare una nuova sede alla posta centrale. In tempo di pandemia Segala aveva già coinvolto anche il prefetto nel tentativo di andare incontro alle grosse difficoltà lamentate dai cittadini quando erano anche in vigore le regole sul distanziamento.

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