San Donato, il Comune prova a fermare la fuga della Snam a Milano

Dopo la Saipem un altro pezzo del colosso di Mattei vuole lasciare Metanopoli, mentre cresce ogni giorno l’assedio di drogati e ladri

«Chiederemo un appuntamento ufficiale con i vertici della Snam per farci portavoce delle richieste che ci hanno presentato i sindacati affinché l’azienda valuti di restare a San Donato».L’assessore del Comune di San Donato Milanese Massimiliano Mistretta, che era presente nell’incontro che si è tenuto settimana scorsa tra i rappresentanti dei lavoratori e l’amministrazione comunale, annuncia che l’esecutivo di Francesco Squeri si farà parte attiva per dare ascolto alle istanze che si sono alzate. In particolare, la Rsu ha tentato di sensibilizzare la politica ricordando che Snam potrebbe compiere ancora un passo indietro riguardo l’ipotesi di trasferirsi, con i suoi circa mille impiegati impegnati sul territorio, presso la Fondazione Prada, nel quartiere milanese di Brenta, vendendo l’operazione legata al nuovo quartier generale. Sarebbe un altro colpo per la città diventata grande con Enrico Mattei, dopo il trasferimento di Saipem a Santa Giulia. «La fuga delle aziende dalla città - osserva Mistretta -, significa una perdita di indotto per tante attività presenti a San Donato e al tempo stesso pone il problema legato alla presenza di immobili che, dopo essersi svuotati, sembra fatichino a diventare ricettivi per nuovi insediamenti. Lo stiamo vedendo con la sede di Saipem che è ormai vuota da circa 6 mesi e a oggi, nonostante la possibilità in capo ad eventuali investitori privati di procedere con un progetto di rigenerazione urbana, di fatto non c’è ancora niente di concreto». E intanto dalla periferia di Milano sconfinano ogni giorno gli spacciatori e i tossicomani la cui deriva umana porta con sè il vivere di furti e di espedienti.

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