Orti abusivi a San Donato, il conto è salato: 800mila euro per la bonifica

L’area si trova fra il parco dei Conigli e il confine con San Giuliano

Sfiora gli 800mila euro il conto totale che dovrà affrontare il Comune di San Donato per la bonifica della baraccopoli che impatta fortemente nell’area in prossimità dello scolmatore che per decenni ha ospitato gli orti abusivi.

L’assessore ai lavori pubblici Massimiliano Mistretta, di fronte al fardello economico che peserà sulla collettività, commenta: «L’intervento non figura ancora nel Piano delle opere pubbliche in quanto stanzieremo la somma necessaria utilizzando l’avanzo di bilancio, comunque come amministrazione abbiamo intenzione di procedere con la bonifica».

Il terreno è quello collocato tra il Parco dei conigli, realizzato dal Policlinico San Donato come opera di mitigazione ambientale per il piano di ampliamento dell’ospedale, e l’appezzamento che raggiunge il confine con San Giuliano dove Snam ha dato seguito al progetto Arbolia. Di fronte alla realistica stima effettuata dei tecnici del Comune sulle risorse economiche che saranno assorbite da questa spinosa partita, i riflettori tornano ad accendersi sulla parte di territorio dove, tra la vegetazione spontanea, gli hobbisti abusivi avevano realizzato delle vere e proprie abitazioni - utilizzando materiali di risulta insieme a cemento, eternit e altre componenti -, buona parte delle quali erano persino corredate di servizi igienici.

Per fare tabula rasa delle baracche sarà necessario quindi tenere conto ad esempio dei costi per smaltire l’amianto in base alle procedure previste dalla legge. La prima operazione risale all’ottobre 2021 in cui - dopo un previo avviso a chi coltivava insalata e pomodori senza alcuna autorizzazione - la polizia locale ha apposto i sigilli sui singoli manufatti. A seguire, si sono tenuti una serie di passaggi, tra i quali è stato anche affidato un incarico da quasi 40mila euro ad una società specializzata, che si è concluso a fine dicembre, per lo smaltimento di alcuni cumuli di spazzatura tra cui c’erano anche rifiuti pericolosi. Ma la parte più impegnativa deve ancora essere effettuata mediante un articolato e oneroso progetto teso ad intervenire su un’area pressoché sconosciuta alla maggior parte dei cittadini dove è rimasto uno scenario di aperto degrado.

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