MEDIGLIA Raccolta fondi per il 16enne annegato . «Fallou sarà seppellito in Senegal»

L’iniziativa dell’istituto Loi, frequentato dal ragazzo, è sostenuta dalla Caritas

Fallou Wadji, il 16enne di Mediglia annegato nelle acque del Ticino, sarà seppellito in Senegal, nella sua terra d’origine, accanto alla sorella Ndiaya, scomparsa alla stessa età, due anni prima. Per aiutare la famiglia l’istituto comprensivo Emanuela Loi di Mediglia, frequentato dai due fratelli, ha avviato una raccolta fondi, grazie all’interessamento della dirigente scolastica Laura Lucia Corradini e a tutto il corpo docente alla quale ha aderito anche la Caritas di Mediglia. Allo stesso modo si sono attivati anche la società calcistica Acd Medigliese, dove giocava Fallou, e il Comune di Mediglia, che ieri con il presidente Pippo Morabito e il sindaco Paolo Bianchi hanno incontrato padre e zio del ragazzo scomparso. «In questo momento – dichiara il primo cittadino – possiamo solo esprimere il profondo dolore per questa giovane vita spezzata. Siamo tutti vicini alla famiglia e il Comune darà il suo contributo per aiutarla in questo momento difficile. Sabato la comunità musulmana ricorderà Fallou, la cui salma è stata trasportata da Pavia a Milano. Lunedì, in sicurezza, il 16enne raggiungerà in volo aereo il Senegal per la sepoltura accanto alla sorella». Purtroppo i costi sono esorbitanti per la famiglia, circa 7mila euro, ed è anche per questo motivo che la comunità si è mobilitata. «Abbiamo cercato anche di contattare le autorità diplomatiche senegalesi per chiedere un aiuto, ma al momento non c’è stata una risposta definitiva», fa sapere il sindaco Bianchi. Sono comunque in molti ad aver aderito alla raccolta fondi.

Tanti medigliesi che hanno conosciuto Fallou e la sorellina, ma anche persone non di Mediglia. «Abbiamo avuto bonifici anche dalla Germania – rivela il professor Angelo Bertolone -. È una tragedia che ha scosso tutti. Pensiamo a un padre che ha portato due figli in Italia, li ha fatti crescere con grande sforzo qui per offrirgli un futuro migliore. Due figli che hanno perso la vita proprio in Italia. L’iniziativa che la scuola ha avviato è la stessa che abbiamo proposto, quando è mancata Ndiaya, allora i soldi erano raccolti direttamente a mano, questa volta vengono versati su conto corrente proprio per il periodo vacanziero e l’assenza di molte persone. I riscontri sono stati ampiamente positivi». Ed era prevedibile, perché la famiglia Wadji si è ben integrata nel territorio.

«I ragazzi frequentavano l’oratorio, erano stati seguiti per perfezionare la lingua italiana, e la Caritas ieri come oggi ha deciso di stare vicino alla famiglia», ricorda Lia Amatulli, responsabile del gruppo.

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