Droga, la terra di nessuno tra Rogoredo e San Donato continua a essere zona di spaccio

Dopo i numerosi blitz delle forze dell’ordine spuntano nuovi “accampamenti”

L’ultimo blitz risale a pochi giorni fa, quando un controllo mirato da parte della Polizia di Stato, che da tempo monitora l’area, ha portato all’individuazione e al fermo dell’ennesimo pusher e di numerosi “clienti”, ma nella “terra di nessuno” che si stende tra le stazioni ferroviarie di Rogoredo e San Donato, a ridosso della linea ferrata e sotto l’ombra dei piloni che sorreggono lo snodo tangenziale, poco o nulla pare cambiare.

Nonostante i ripetuti controlli, i fermi e le operazioni che hanno smantellato la “succursale” del boschetto di Rogoredo che, dopo gli sgomberi, si era trasferito a ridosso della stazione di San Donato, e i successivi interventi ad opera di carabinieri e polizia, che periodicamente intervengono sull’area, la zona sul confine tra il quartiere Rogoredo, appunto, e San Donato sembra restare terra di spaccio: le aree boschive lungo la linea ferrata, gli ampi spazi sotto le arcate dello snodo tangenziale, e gli anfratti coperti dalle recinzioni della linea ferroviaria, sembrano mantenere inalterato il “marchio” di “luogo principe” per illegalità diffusa.

A testimoniarlo, a tutte o quasi le ore del giorno, i passaggi che si scorgono sotto i piloni, e le tracce, visibili in lontananza tra la vegetazione incolta, di nuovi piccoli “accampamenti”. Diversi gli interventi effettuati nel tempo, con blitz ripetuti che in più occasioni hanno portato all’individuazione di diversi spacciatori che si muovono lungo la ferrovia, ma la vastità dell’area in questione, e la possibilità di trovare diversi rifugi, rendono difficili controllo e contrasto di un fenomeno che, negli ultimi anni, ha assunto nuovamente dimensioni preoccupanti, con il ritorno del consumo di eroina e l’ingresso nel tragico mondo della tossicodipendenza di tanti giovani e giovanissimi. Dopo lo smantellamento del bosco di Rogoredo, e della succursale sandonatese, a destare ancora timori resta proprio l’area stretta tra tangenziale e ferrovia.

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