COVID I positivi in un mese si dimezzano, sono 4.843 tra Lodigiano e Sudmilano

Evidente la riduzione rispetto all’inizio di gennaio, Abbadia Cerreto, Cornovecchio e Maccastorna diventano covid free

Sono 2541 nel Lodigiano e 2.302 nel Sudmilano, per un totale di 4.843 i nuovi positivi: è il dato rilevato dall’Ats Città Metropolitana per la scorsa settimana, mentre tra il 3 e il 9 gennaio il dato era doppio, 10.026 nuovi positivi in sette giorni, e la settimana a cavallo tra il 2021 e il 2022 aveva fatto segnare un livello simile, 9.229. Si tratta di un dimezzamento dei nuovi casi, a fronte di un numero di tamponi di riferimento che è invece sempre rimasto elevato. E, dopo sei settimane in cui in tutti i Comuni del Lodigiano si erano registrati tamponi positivi al Covid-19, e con incidenze che non si erano mai viste dall’inizio della pandemia, settimana scorsa finalmente si sono tornati a vedere dei paesi Covid-free: si tratta di Abbadia Cerreto, Cornovecchio e Maccastorna. Micro –comuni, d’accordo, ma è pur sempre una buona notizia.

Le incidenze nel Lodigiano e nel Sudmilano sono quasi tutte in calo, tra la penultima e l’ultima settimana, con l’eccezione di Boffalora d’Adda (da 1.186 a 1.525 casi in proiezione su 100mila abitanti), Cornegliano (da 1.545 a 1.888), Merlino, (da 1.099 a 1.504) e Secugnago (da 867 a 1.246).

Nel Sudmilano c’è stato un aumento tra la penultima e l’ultima settimana solo a Cerro al Lambro (da 1.385 a 1.541).

Stando ai grafici elaborati dall’Unità operativa di epidemiologia dell’Ats Città metropolitana il periodo di maggiori contagi è stato tra il 3 e il 9 gennaio, con il Lodigiano che ha raggiunto il picco di 2.800 positivi per 100mila abitanti, più elevato rispetto ai 2.600 della sola provincia di Milano e ai 2.200 di Milano città.

L’immunità perduta

Nella prima ondata il Lodigiano aveva l’incidenza più alta rispetto agli altri territori, molto più bassa invece nella seconda, quella di ottobre - novembre 2020, leggermente più bassa nella terza, febbraio – marzo 2021, mentre in questa quarta l’incidenza è risultata leggermente più alta. Potrebbe essere (ma è un’ipotesi cui dovrà dare riscontri la scienza) un indicatore della durata dell’immunità naturale, messa alla prova ora dalla variante Omicron, se si considera identica la copertura vaccinale nelle tre aree. La curva epidemica, per data sintomi e data tampone, è tornata ai valori di metà dicembre. E dal 18 gennaio sono tornati a esserci più guariti che nuovi positivi, nel territorio dell’Ats, come non succedeva dal 19 novembre.

Boom alle elementari

L’incidenza più elevata, riguardo alle classi di età, è nell’età tra i 5 e i 9 anni, a 2.734 per 100mila persone nel periodo 24 – 30 gennaio, in calo rispetto al picco assoluto (per fasce di età e da inizio pandemia) di 4.234 della settimana precedente. Al secondo posto la fascia 10-14 anni, incidenza 2.136, terzo per 15- 19, 1.451, quarto per i 30-39 anni, 1.169. Attualmente la fascia di età 70 – 79 anni è quella con l’incidenza minore, 455, mentre da 0 a 4 anni, non vaccinabili, c’è un dato relativamente elevato, 1.434, comunque in calo del 25% rispetto al picco di due settimane fa.

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