Addio a Luigi Bonardi, l’ultimo partigiano di Melegnano

Il suo nome di battaglia era “Tito”: si è spento all’età di 96 anni

A 96 anni è morto Luigi Bonardi, nome di battaglia “Tito”, l’ultimo partigiano residente a Melegnano. «Originario del Parmense, subito dopo la guerra si trasferì a Melegnano per lavorare in una delle tante aziende allora presenti in città - ricorda la vicepresidente dell’Anpi locale Maria Grazia Boneschi -. A Melegnano si sposò ed ebbe tre figli, si costruì insomma una nuova vita dopo il dramma della guerra: abbiamo conosciuto la sua storia attraverso il sindaco Rodolfo Bertoli, che ne ha parlato anche durante le celebrazioni dell’ultimo 25 Aprile. Poi raccogliemmo la sua testimonianza diretta, nella quale Bonardi ha raccontato le tante angherie subite dai nazifascisti: appena 18enne nel 1944 venne chiamato come soldato di leva dalla Repubblica sociale di Salò, all’inizio non voleva presentarsi e cercava di nascondersi, ma dopo le minacce di rappresaglia subite dal padre fu costretto a consegnarsi». Dopo essere stato spedito in Germania per un periodo di addestramento, venne assegnato a Mantova. «Ma una notte riuscì a fuggire e trovò rifugio in una cascina di contadini, dove iniziò a lavorare nei campi - continua Boneschi -: dovendo decidere da che parte stare, ben preso divenne partigiano ed entrò a far parte della brigata Julia con il nome di battaglia “Tito”. Sempre dalla sua viva voce, abbiamo così saputo di quella volta che una bomba lo fece addirittura volare per un paio di metri, mentre in un’altra occasione cadde vittima di un agguato nazifascista: un cecchino gli sparò, ma il proiettile si conficcò nella sua mitragliatrice, anche in quel caso ebbe miracolosamente salva la vita».

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