800mila euro sottratti alla beneficenza

Un milanese sessantenne, titolare di uno studio di consulenza contabile di Melegnano e due impiegate della stessa attività sono stati denunciati, a vario titolo, per appropriazione indebita all’esito di un’indagine del comando provinciale della guardia di finanza di Lodi che ha anche portato al sequestro per equivalente di appartamenti del valore di 400mila euro a Galatone (Lecce), appartenenti al consulente contabile e all’apparenza utilizzati come residence. Gli inquirenti del comando provinciale di Lodi della Finanza, comandato dal colonnello Marco Selmi, e la procura della Repubblica di Milano ritengono che il sessantenne, nel corso di più anni, si sia appropriato di circa 800mila euro appartenenti a una storica onlus di Milano che dalla fine dell’Ottocento si occupa di iniziative a favore di ragazzi abbandonati e maltrattati e di cui fino a pochi giorni fa il consulente sessantenne era presidente.

Tutto era nato con un’indagine aperta dalla procura della Repubblica di Lodi dopo le querele presentate da alcuni clienti dello studio contabile – centro elaborazione dati di Melegnano: questi avevano segnalato all’autorità giudiziaria che, pur avendo regolarmente affidato allo studio gli importi destinati al pagamento delle imposte, si erano visti notificare cartelle esattoriali perché quelle stesse imposte risultavano non pagate. L’indagine era stata affidata alla guardia di finanza e, con una verifica presso il centro elaborazione dati di Melegnano, veniva individuata l’impiegata che si era occupata delle pratiche. Ma poco dopo i debiti tributari dei clienti erano stati tutti pagati dallo studio. A quel punto però i militari del nucleo di polizia tributaria hanno voluto fare ulteriore chiarezza, scoprendo che il denaro, non poco, necessario per saldare le cartelle sembrava provenire da un dedalo di conti correnti fino ad arrivare a quelli di un’antica associazione milanese per orfani e bimbi maltrattati. Depositi gestiti dal suo presidente, che era stato anche socio della onlus per una decina di anni e che probabilmente era stato incaricato della gestione in ragione della sua esperienza in materia contabile. Secondo la Finanza, proveniva dalla onlus il denaro usato per saldare le cartelle arretrate dei clienti, ma anche debiti con il fisco da parte del sessantenne e perfino per acquistare immobili non destinati a scopi di beneficenza.

In Finanza ora si spera che il denaro che era stato donato alla Onlus e che si ritiene sia stato utilizzato dal suo presidente come se fosse invece la propria cassa personale possa venire recuperato dall’associazione e destinato ai minori. All’esito del procedimento la onlus potrebbe costituirsi parte civile.

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