La Provincia di Lodi non vende più le sue quote della Società dell’acqua

Cambio di rotta sulla Sal, scioglimento di Sisa e salvataggio per il Parco tecnologico

Aziende partecipate da razionalizzare, per evitare carrozzoni e uscire dal tunnel dei debiti: il consiglio provinciale di Lodi ieri sera ha affrontato la questione con la relazione del consigliere delegato Mauro Salvalaglio, votando poi il documento per la razionalizzazione delle partecipazioni dell’ente pubblico. Le linee guida sono un cambio di rotta su Sal-Società acqua lodigiana, una data per lo scioglimento della società Sisa già entro la prossima primavera, conferme sul tentativo di salvataggio del Parco tecnologico padano attraverso la vendita di una parte degli immobili di proprietà all’Università Statale di Milano, che beneficerebbe dei 9 milioni di euro messi sul tavolo l’anno scorso da Regione Lombardia al Comune di Lodi per un’analoga operazione, poi non concretizzatasi per il no dei tecnici. Tra le principali novità, emerge il cambio di rotta rispetto alla deliberazione assunta l’anno scorso nello stesso atto, che per legge deve essere affrontato ogni anno entro il 31 dicembre. Un anno fa si riteneva la partecipazione in Sal non più strategica, e quindi era stata indicata la strada della dismissione delle quote della Provincia. Ma la valutazione attuata quest’anno, dopo il ribaltone politico che ha portato alla presidenza Fabrizio Santantonio, pur sostenuto da una maggioranza trasversale con centrosinistra, civici e anche centrodestra (ma non Fratelli d’Italia), è di tutt’altro tenore: Sal ha caratteristiche di società in house, totalmente pubblica, e per questo si ritiene che il ruolo di controllo possa essere meglio svolto mantenendo la partecipazione.

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