«Via da Milano per il verde,
ora sono delusa da Lodi»

C’è una signora che scatta foto da lontano, poi si avvicina e ne scatta delle altre. Commenta ad alta voce, incredula e arrabbiata. «Ho scelto di vivere a Lodi per il verde: sono andata via da Milano per questo motivo, ma ora sono delusa e arrabbiata: questo esito si poteva evitare. Bastava investire negli anni, cosa che non è stata fatta». Non c’erano solo gli addetti ai lavori, ieri mattina, in viale Trento Trieste. C’era anche chi è venuto da vicino a vedere le motoseghe in azione e i pezzi dei platani che via via crollavano al suolo. E tra chi parla di dispiacere c’è anche Michela Sfondrini, attivista ed ex consigliera comunale. «Mi sarebbe piaciuto applaudire il coraggio di una amministrazione che si fosse attivata per chiedere la deroga per tutti e otto i platani attenzionati, quelli che sono stati indagati da due perizie agronomiche, che morti non sono e per i quali si è messo per iscritto che  “non è evidentemente possibile ridurre l’altezza degli alberi tanto da annullare quasi completamente il rischio di caduta sul sedime ferroviario” ma si aggiunge che “l’osservazione da terra non è sufficiente per valutare appieno le caratteristiche fitosanitarie e biomeccaniche”, proponendo ispezioni in quota e prove di trazione controllata per verificarne la staticità e la salubrità e che, nel frattempo, continuano a farci compagnia da oltre cento anni e di cui nessuno, forse, si sarebbe curato se Rfi non avesse sollecitato un intervento». Sfondrini chiede poi all’amministrazione che la richiesta di deroga presentata sia corredata di un piano di intervento per il monitoraggio, la manutenzione e la cura delle piante «che consenta di salvare quello che rimane», ma anche di illustrare «con chiarezza e puntualità come hanno intenzione di procedere nella partita delle compensazioni, perché possano davvero riparare la comunità cittadina del danno provocato dagli abbattimenti».n 

© RIPRODUZIONE RISERVATA