Vaccinazioni contro l’influenza nel Lodigiano: «Al via tra due settimane»

Alcuni medici lo consigliano anche a chi ha avuto il covid-19

Vaccinazioni contro l’influenza, la campagna non è ancora partita, ma l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera ha assicurato che partirà a metà ottobre. Ieri, mercoledì, l’Ats ha incontrato in videoconferenza i medici di famiglia del Lodigiano e ha chiesto ai Comuni di individuare dei posti per quei medici che non possono vaccinare nel loro ambulatorio. Il Comune di Lodi sta valutando alcuni posti, tra i quali villa Braila, ma i sopralluoghi devono ancora essere effettuati. «La campagna antinfluenzale partirà la seconda metà di ottobre - dice l’assessore -. I vaccini acquistati sono sufficienti per garantire la copertura delle categorie previste dalle indicazioni nazionali. Si partirà, rispettando l’ordine di priorità con le persone fragili con più patologie definite dal ministero della salute, gli over 60, il personale sanitario, le donne gravide e i bambini fino a 6 anni». Nel 2019, nel Lodigiano, sono arrivate quasi 39mila dosi di vaccino. Ai medici di famiglia ne erano state consegnate 34mila 990. «Quest’anno - spiega l’infettivologo Angelo Regazzetti - il vaccino è consigliato anche a chi ha contratto il coronavirus. Chi ha avuto una polmonite merita di essere protetto dall’influenza». Alcuni specialisti consigliano l’esecuzione dei vaccini per distinguere meglio, in caso di sintomi, l’influenza dall’infezione da coronavirus. «In farmacia - spiega dall’Azienda farmacie comunali di Lodi Daniela Quaini - non sono ancora state consegnati e non abbiamo ancora indicazioni sulle quantità». Al momento sono circa 7 i medici di famiglia che non hanno ancora aderito alla campagna, ma c’è tempo fino all’inizio della prossima settimana e due di loro, dopo l’incontro esplicativo di ieri con Ats, hanno deciso di aderire. «Io - spiega Francesco Pierini, per esempio -, pensavo che non si potesse fare nei propri ambulatori. Per me è meglio, perché è presente il frigorifero per la conservazione delle dosi che si ritirano in farmacia». «I pazienti dei dottori che non hanno aderito - spiega il presidente dell’ordine Massimo Vajani -, con la ricetta bianca possono farsi vaccinare negli ambulatori Ats. Chi non rientra nelle categorie indicate, invece, va in farmacia ad acquistarlo e poi si rivolge al suo medico. L’Ats si aspetta una richiesta doppia rispetto all’anno prima, ma non ci sono ancora certezze su quanti vaccini arriveranno». «Anche io ho aderito - spiega Alberto Segalini -, lo farò nel mio studio. Ho chiesto 250 vaccini per l’influenza e 50 contro lo pneumococco. Anche se quest’ultimo protegge solo dalla polmonite batterica, mi sembra importante».

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