Va al controllo per il cuore a Lodi ma scopre che l’appuntamento è tra un anno

Il caso di un lodigiano che si stava sottoponendo agli esami dopo un infarto ripropone il tema delle liste d’attesa “infinite”

Oltre un anno per un ecocardiogramma di controllo prescritto dal medico dell’ospedale. E i pazienti sono costretti a rivolgersi al privato. Ma l’Asst annuncia: «Adesso che abbiamo coperto tutti gli esami sospesi dal Covid e risolto il problema delle prime visite - spiega il direttore generale Salvatore Gioia -, possiamo concentrarci anche sui controlli. Sarà lo stesso specialista che prescriverà l’esame al paziente visitato, nei tempi clinicamente necessari».

Le proteste

«Due anni fa ho avuto un infarto - commenta Jesse Guarnieri, classe 1958 -, così ogni 6 mesi faccio la visita di controllo. Il 25 giugno ho avuto la visita e mi hanno prescritto un ecocardiogramma a riposo. Di solito aspetto 90 giorni. Il 3 luglio quindi ho chiamato il Cup regionale. Mi hanno detto di presentarmi il 27 settembre, alle 9.30. Così ho fatto. L’operatrice guarda l’impegnativa e mi dice: “Ma lei è in anticipo di un anno...”. L’esame era sì il 27 settembre, ma del 2022. Pensando avessero sbagliato sono andato direttamente al Cup, ma mi hanno consigliato di non spostare nulla perché sarebbe stato peggio.Allora farò l’esame privatamente. Per l’ecocardiogramma sotto sforzo, invece, visto che a Lodi non c’era posto, ho chiesto di Codogno o Crema e andrò a Crema». Il suo caso è lo stesso capitato alla signora Marianna di Castiglione. «Anch’io - dice - ho prenotato l’esame di controllo a luglio, il 6 con precisione, mi hanno fissato l’appuntamento il 5 ottobre del 2022. Per il test cardiovascolare da sforzo con cicloergometro, invece, l’appuntamento è il 9 marzo del ’22».

La risposta

«Dopo la prima fase, nella quale,siamo stati impegnati a recuperare le visite accumulate dal Covid e le prime visite - dice il direttore della cardiologia Piero Mazzarotto - ci troviamo di fronte un nuovo scenario. I piani d’azione sono 3: le liste d’attesa per le prime visite; il tema delle sequele cardiologiche per il Covid; la diversificazione tra i pazienti della prima visita e dei controlli. Questi ultimi, al momento, rientrano nelle liste d’attesa. Siamo in perfetta sintonia con la direzione: dobbiamo decidere quante risorse destinare alle prime visite e quante ai controlli. C’è anche da dire che nel nostro territorio, la richiesta di esami entro 30 giorni è più alta della media regionale. Da questo momento in poi, oltre a reclutare nuove risorse, che è un tema nazionale, si cerca di ragionare sulla loro distribuzione. Il mio gruppo è fantastico: nonostante siano spossati stanno tirando fuori tutte le energie per rispondere il meglio possibile alle richieste».

© RIPRODUZIONE RISERVATA