Un fiume di alcol e droga al rave party nella ex cava di Maleo

Lunedì un tavolo in prefettura per trovare il modo di evitare altri maxi raduni

La preoccupazione di molti è andata alle possibili ricadute a livello sanitario per le tante persone rimaste a lungo a stretto contatto. Ma a far riflettere soprattutto il sindaco di Maleo Dante Sguazzi pensando al rave partito nella notte tra sabato e domenica a Maleo c’è anche, e soprattutto, un altro aspetto, quello riguardante l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti e alcoliche. Mentre le indagini dei carabinieri e della Procura di Lodi proseguono, ieri mattina si è tenuto in Prefettura un tavolo di lavoro utile ad analizzare quanto accaduto e a cercare di capire se, in futuro, sia possibile evitare quanto successo pochi giorni fa. Presenti, oltre alle forze dell’ordine, anche il vicesindaco di Maleo Alessandro Canevari e il comandante della polizia locale Roberto Castaldi. Sicuramente difficile il blocco, visto che l’organizzazione certosina di un rave come quello di Maleo, in un’ex cava a tre chilometri dal centro abitato, passa attraverso canali difficilmente rintracciabili sul web: vista la grande visibilità di Facebook, è possibile che ora ad andare per la maggiore siano quindi altre piattaforme come Telegram e WhatsApp, in cui le persone che vengono invitate a far parte dei gruppi sono conosciute e non possibili iscritti sotto falso nome. Un rave in terra lodigiana che in prima persona il sindaco ha potuto vedere da vicino. Arrivato a notte fonda all’ex cava di cascina Ronchi, Sguazzi, rimasto poi sino all’alba, ha varcato il cancello divelto insieme a rappresentanti della questura. «La preoccupazione è stata tanta – racconta -. Ho visto ragazzi giovani, giovanissimi, a cui si accompagnava un consumo smodato di sostanze alcoliche e stupefacenti». Perché oltre al trasporto di persone e di attrezzatura per la musica e per rifocillare i presenti, i camper sono stati utilizzati come distributori di alcol e droghe. «Essendo entrato li ho visti in prima persona – prosegue Sguazzi -. C’erano gazebi, roulotte con persone che distribuivano quanto richiesto. Qualcosa che ci deve sicuramente far riflettere, anche perché il rave di Maleo è stato organizzato in una zona pericolosa vista la presenza del laghetto nelle immediate vicinanze. Sono tutti aspetti su cui riflettere e sperare che non accadano più».

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