Uggetti assolto, ecco le motivazioni dopo sei mesi: «Non c’è stata collusione»

Per la corte d’appello di Milano “Ci si deve confrontare con la necessità di non punire indiscriminatamente le mere irregolarità formali”

Sono state finalmente depositate dalla seconda sezione della corte d’appello penale di Milano le motivazioni dell’assoluzione con formula piena, letta in aula il 25 maggio scorso, dell’ex sindaco Pd di Lodi Simone Uggetti, dell’avvocato Cristiano Marini, dell’imprenditore Luigi Pasquini e del dirigente comunale Giuseppe Demuro, dall’accusa di concorso in turbativa d’asta per la gara per la gestione per sei anni della piscina scoperta di via Ferrabini e del parco del Belgiardino: tra le varie argomentazioni, la corte conclude che “il fatto non sussiste” perché il sindaco sarebbe rimasto entro il “margine di intervento” di indirizzo politico amministrativo concesso anche dalla legge regionale di riferimento e non ci sarebbe stata collusione , cioè un accordo “clandestino” diretto ad alterare la concorrenza e influire sul normale svolgimento delle offerte. “Ci si deve confrontare con la necessità di non punire indiscriminatamente le mere irregolarità formali attinenti all’iter procedimentale”. L’avvocato Marini, al quale Uggetti inviò la bozza del bando di gara prima che fosse pubblicato, prima che venisse presa la decisione sulle modalità di affidamento della gestione avrebbe consigliato a Uggetti di ricorrere a un bando a evidenza pubblica, il che secondo la corte d’appello contraddice il teorema accusatorio che lo scopo perseguito dagli imputati, quello di garantire la gestione a Sporting Lodi, che si sarebbe potuto ottenere con un affidamento diretto “in house” ad Astem, partecipata al 99% dal Comune di Lodi.

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