Turismo, stranieri in calo del 70 per cento

Presenze ai minimi nel Lodigiano nel 2020 per un settore che conta 492 imprese

Nell’anno del Covid il turismo Lodigiano ha visto 106mila presenze, in calo del 50 per cento rispetto al 2019. La provincia di Lodi si conferma tra quelle a minor vocazione turistica della Lombardia con un tasso di turisticità calcolato in giornate di presenza per abitante di soli 0,5 per cento, il peggiore della Regione, a pari merito con Pavia e Cremona. Sono i dati che si ricavano dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Lombardia dedicato al turismo. Nell’estate 2021 ci sono però segnali di ripartenza in tutta la regione.

A livello lombardo il 2020 è stato segnato da un calo di presenze del 61,6 per cento, con il picco di -72,2 per cento di stranieri. Il tasso di presenze giornaliere per abitante è fissato a 1,6. Lodi ha registrato 106.781 presenze con un tasso di turisticità dello 0,5 per cento. Mancano soprattutto gli stranieri: rispetto al 43,4 per cento regionale (in calo dal 59,9 del 2019), a Lodi le presenze di visitatori da altri Paesi è stata solo del 13,8 per cento (in calo dal 30,5). La diminuzione in provincia di Lodi è stata di -50,8 per cento, un risultato migliore della media Lombarda proprio dovuto alla minor tradizione turistica del Lodigiano rispetto ad altre province (Sondrio, Brescia, Bergamo e la stessa Milano). Gli stranieri sono calati in Lodi del 77,7 per cento.

A Lodi le imprese artigiane che lavorano in settori collegati al turismo sono 492 e danno da lavorare a 1.174 addetti. Sono considerate le imprese artigiane dei trasporti (115), le attività manifatturiere dei servizi (101), I ristoranti e le pizzerie (95) ma anche l’abbigliamento (80), le calzature (73), i bar, caffè e pasticcerie (27) e le attività ricreative, culturali e d’intrattenimento (1). Le attività artigianali lodigiane che si possono considerare nella filiera turistica sono il 9,6 per cento di tutte le imprese artigianali della provincia, ben al di sotto del valore regionale, il 13,2 per cento, per 31mila 820 imprese con 81mila 054 addetti. Anche questi dati mostrano come la nostra Provincia rimanga indietro in termini turistici. La minor vicinanza al turismo delle imprese artigiane lodigiane deriva anche dalla concentrazione dei flussi turistici quasi esclusivamente nel capoluogo.

Se il 2020 è stato un annus horribilis segnato dalla pandemia, le prospettive dell’estate 2021 sono all’insegna del recupero delle perdite. Il primo trimestre 2021 tuttavia rimane fortemente indietro rispetto ai valori pre-pandemia, e il calo di fatturato nelle imprese che hanno a che fare con il turismo è mediamente più ampio rispetto alla media lombarda, -34,3 per cento di perdita contro -25,8 per cento. Tuttavia, i segnali dell’estate sono improntati all’ottimismo, anche rispetto ai valori pre-crisi, a partire dall’aumento di entrate preventivate dal settore dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, +41,7 per cento da luglio a settembre 2021 rispetto allo stesso trimestre del 2019. A luglio le figure professionali più ricercate in Lombardia sono stati cuochi, camerieri e altre figure dei servizi turistici, con 12mila 670 assunzioni preventivate, anche se il 38,1 per cento rimane di difficile reperimento.

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