Tempo scaduto per le tessere in casa Pdl

Pedrazzini e Regali in corsa per la leadership. E spunta Manzoni

Come per Cenerentola, anche per il Pdl è scoccata la mezzanotte: lunedì si è conclusa ufficialmente la campagna di tesseramento del partito di Berlusconi e per l’occasione la sede romana degli azzurri è rimasta aperta fino a tardi, per accogliere da tutta Italia l’“esercito” di uomini e donne con le tessere sotto braccio. Da Lodi è partito per la missione anche Nicola Buonsante, sindaco di Borgo e capogruppo in Provincia, il quale però aveva con sè solo una parte delle iscrizioni. L’obiettivo dei vertici sarebbe quello di toccare le 2mila tessere in tutto il Lodigiano. I numeri trapelati ieri pomeriggio sembrano confermare le aspettative: il 60-70 per cento circa delle tessere potrebbe provenire dalle “correnti” più vicine al coordinatore provinciale Claudio Pedrazzini. A livello nazionale, invece, sembra che i militanti del Pdl ammontino a oltre un milione. A breve a Lodi dovrà essere convocato il congresso provinciale, che potrebbe andare in scena tra la fine di novembre e la prima settimana di dicembre. In particolare, una settimana prima i pretendenti al “trono” dovranno spedire alla segreteria nazionale e a quella regionale il loro curriculum e il programma che intendono proporre.

In casa Pdl è già partita la sfida per le candidature. In corsa c’è sicuramente Pedrazzini: «Sono intenzionato a mettermi a disposizione del partito, questo in un quadro di confronto con gli iscritti. Bisognerà anche verificare che il ruolo di amministratore non sia incompatibile con quello di coordinatore. Questi aspetti sono ancora al vaglio del segretario nazionale Alfano. In ogni caso voglio esprimere la grande soddisfazione per il buon risultato di questo tesseramento. In Lombardia si stimano 100mila adesioni e l’apporto del Lodigiano è stato significativo. Si parla di circa 2mila tessere». Il segretario del Popolo della libertà, nonché vice presidente della Provincia, ha quindi auspicato che il «congresso diventi un impegno per rinnovare dall’interno il partito, un obiettivo condiviso con il presidente della Regione, Formigoni».

«Con tanti amministratori del territorio ho condiviso un documento programmatico che si ispira all’azione del governatore lombardo», spiega Pedrazzini. Il testo sottolinea la necessità di rilanciare un partito che sia «autenticamente popolare». Anche il vice coordinatore provinciale Giancarlo Regali è pronto a mettersi in gioco, a meno che il partito non decida di scommettere tutto su di un candidato “degno” di questo ruolo, al momento però non esistono decisioni ufficiali. «Il tesseramento è andato bene - afferma -, il dato definitivo sarà comunicato più avanti, è possibile che già questa settimana ci si riunisca per discutere dei congressi». Tra le diverse “correnti” in campo, che influenzano già le scelte di strategia del Pdl, potrebbe poi spuntare un terzo nome. Alcuni iscritti indicano anche l’ex sindaco di Castelnuovo Bocca d’Adda, Gianfranco Manzoni, come uno dei “papabili” in lizza per una posizione di vertice nel centrodestra, ma per ora non esistono conferme definitive sulla sua candidatura. Se Pedrazzini potrebbe incassare facilmente l’appoggio di Comunione e Liberazione e di diversi sindaci, sembra essersi allargato il fronte che contrasta la sua gestione del partito, al quale appartengono i socialisti, gli ex An, gruppi di Codogno e Sant’Angelo oltre, a quanto pare, all’anima legata a Marco Votta.

Nelle ultime settimane c’è chi nel Pdl ha cercato di rimandare per l’ennesima volta la stagione congressuale, in virtù del difficile momento politico e del rischio tangibile di elezioni anticipate. Sembra che tra questi ci fossero anche alcuni “berluscones”, come per esempio il ministro Gelmini e il coordinatore regionale Mario Mantovani, mentre Formigoni è intervenuto pubblicamente per sottolineare l’urgenza e l’importanza dell’appuntamento. Il Pdl lodigiano non potrà certo fare i conti senza considerare i vertici regionali e la “spartizione” delle province sotto diverse aree di influenza; secondo alcune indiscrezioni, Formigoni, Podestà e il ministro La Russa vorrebbero togliere di mezzo Mantovani, ciascuno di loro potrebbe poi rivendicare il controllo di alcune segreterie.

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