Telecom-Pirelli, i lodigiani spiati

C’erano diversi lodigiani e anche un uomo di San Donato Milanese tra gli oltre ottocento soggetti che secondo la procura di Milano venivano spiati illegalmente nei primi anni del Duemila da una struttura con a capo la “security” di Telecom e Pirelli all’epoca guidata da Giuliano Tavaroli, che per questa accusa aveva patteggiato nel 2009 più di quattro anni di carcere. Non tutti i lodigiani elencati dal gip di Milano tra le parti offese si sono costituiti parte civile, ma uno di loro si è già visto riconoscere dalla prima sezione d’assise di Milano il diritto a un cospicuo risarcimento. Il verdetto è quello di primo grado di mercoledì sera che ha inflitto 7 anni e mezzo di carcere a Marco Bernardini e 5 anni e mezzo a Emanuele Cipriani, ex investigatori privati, con altre cinque condanne “minori”. Se il verdetto diventerà definitivo, per i condannati si prospetta un esborso in solido di 10 milioni a favore di Telecom, di altri 12 a favore dello Stato e di importi tra i 10 e i 50mila euro per i vari “dossierati”. «È stato un processo straordinariamente impegnativo, anche per il numero delle parti civili costituite - spiega l’avvocato Mirko Spelta di Milano, che ha assistito il lodigiano -; ma questa sentenza è importante perché riconosce l’effettiva violazione dei diritti di tutte quelle persone che sono state vittime di attività illecite in loro danno». Il lodigiano che secondo i giudici deve essere risarcito era stato un lavoratore a termine per il gruppo Pirelli, poi però il suo contratto non era stato rinnovato. È però emerso che nel periodo in cui lavorava per la società, erano state acquisite informazioni sul conto dell’operaio in violazione dello statuto dei lavoratori. Non risulta però nessuna attività di tracciamento, pedinamento o intercettazione telefonica. I lodigiani “attenzionati” dagli imputati avevano subito, a seconda dei casi, controlli fiscali o dei precedenti penali o di polizia, con informazioni che secondo la procura di Milano venivano attinte da agenti o militari infedeli e su richiesta di personaggi della “security”, e non per necessità investigative, ritiene la procura di Milano, in violazione quindi dei doveri d’ufficio.

Nell’elenco dei “dossierati”, tuttora disponibile su vari siti Internet con l’intero avviso di fine indagini del 14 luglio 2008, compaiono Guido G., classe 1927, nato a Lodi, “spiato” nel 2002, Valerio C., del ‘53, di Melegnano (2002), Pietro M, 1956, di Sant’Angelo Lodigiano, Massimo M., del ‘63, di Lodi, Mario M., del ‘64, di Lodi, Cosimo D., 1972, di Codogno, Massimiliano L., 1975, di San Donato, e Davide D., del 1969, di Lodi.

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