TAVAZZANO Spaccò la testa al collega ucraino: per il giudice c’era di mezzo la Russia

L’autista colpì la vittima dopo una discussione di natura politica nel 2020

Oggi gli occhi di tanti paesi sono puntati su cosa farà la Bielorussia, Paese ex sovietico senza sbocchi al mare il cui presidente Lukashenko è sempre stato un sostenitore di Vladimir Putin e che secondo la Nato correrà in aiuto del potente vicino per dare una mano con il proprio esercito nella conquista dell’Ucraina. Ma nel pomeriggio di domenica 5 gennaio 2020 la rivalità tra le due nazioni che dopo l’era Gorbaciov avevano lasciato l’Urss, indirizzandosi verso prospettive politiche divergenti, era già andata in scena a Tavazzano, nel parcheggio del benzinaio Esso sulla via Emilia, dove, per il blocco dei mezzi pesanti per il ponte dell’Epifania, si erano fermati per tre giorni a bivaccare diversi camionisti del colosso dei trasporti lituano Girteka. Uno di loro L.A., oggi 61enne, era un ucraino diventato cittadino della Bielorussia, un altro, A.R., oggi 49enne, è nato e residente in Ucraina. Ed era stato pesantemente aggredito dal bielorusso. Che, come indicato dalle indagini dei carabinieri e della procura, era ubriaco, con un tasso di circa 2 grammi di alcol per litro di sangue. Era subito emerso che i due si erano messi a litigare per differenti valutazioni sulla figura del dittatore sovietico Stalin e sulla bontà o meno politiche di Putin. Allora faceva quasi sorridere. Fatto salvo che la vittima è rimasta un “grande invalido” perché il bielorusso gli aveva spaccato la testa con il crick. L’avvocato difensore del primo grado però aveva colto che per i due stranieri non si trattava di temi tanto leggeri sui quali discutere. E per questo si era opposto all’aggravante dei futili motivi. Il Gup di Lodi nel luglio successivo aveva condannato il bielorusso a 10 anni di reclusione per tentato omicidio, una pena “elevata” tenendo conto sia dello sconto per il rito sia dell’incensuratezza dell’imputato, ritenendo invece sussistente l’aggravante. Il bielorusso ha poi presentato ricorso in appello.

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