Shopping durante le feste: «Uno schiaffo»

Fino a questo momento, a Lodi non è stato indetto uno sciopero ma Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie del commercio, protestano per le attività al lavoro

Le saracinesche alzate il 25 aprile e il primo maggio mandano su tutte le furie i sindacati. Fino a questo momento, a Lodi, Cgil, Cisl e Uil e le rispettive categorie legate al commercio non hanno proclamato uno sciopero, come invece è accaduto in altre realtà. Tuttavia, il giudizio delle organizzazioni sulla “moda” delle aperture durante i giorni di festa resta negativo.

«È il colmo, ma ormai le cose stanno così - commenta Mario Uccellini, segretario provinciale della Cisl Asse del Po che riunisce Lodi, Cremona e Mantova -. È diventata un’abitudine, la domenica si va nei centri commerciali, non è solo una questione legata alle date più significative bensì all’utilizzo del tempo. È questo semmai da mettere in discussione, l’afflusso sembra a volte sconsiderato ma questa è una battaglia culturale che abbiamo perso».

L’anno scorso, per sensibilizzare clienti e lavoratori, Cgil, Cisl e Uil avevano organizzato un volantinaggio fuori da alcuni punti vendita.

Oggi Santo Bolognesi, segretario provinciale della Uil, durante un incontro con gli altri segretari confederali solleverà il problema, sottolineando il dissenso della Uil rispetto allo shopping del 25 aprile e del primo maggio. «Tutti gli anni se ne parla - dichiara - e mi pare che la liberalizzazione in materia di orari sia sufficiente. Ritengo che sia sbagliato tenere aperto un’attività in queste giornate, per il senso generale che queste feste portano con sé, non credo che sia una soluzione utile a rilanciare i consumi. I lavoratori hanno diritto a una pausa, queste ricorrenze sono dedicate alla memoria e al lavoro, tenere aperto mi pare una forzatura».

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario provinciale della Cgil, Domenico Campagnoli, il quale mette in luce due aspetti: «Quest’anno il 25 aprile assume una rilevanza particolare, è l’anniversario degli scioperi del ’43-44 che hanno dato via alla lotta al fascismo, nel Lodigiano a portarne il vanto sono state le Officine Adda e non tenerne conto sarebbe uno schiaffo morale - spiega -. Il primo maggio questa volta si festeggia mentre il tasso di disoccupazione ha subito un’impennata. Abbiamo deciso di organizzare un’iniziativa a Fombio, in un’area dismessa, quella dell’Akzo Nobel, per ricordare che onoriamo questa festa ma lottiamo anche per l’occupazione».

Anche nel 2014 il termometro della crisi nel Lodigiano è peggiorato: i licenziamenti non si sono fermati e le ore di cassa integrazione richieste dalle aziende non si sono ridotte. Oltre all’industria, all’edilizia, alla chimica e alla meccanica, le difficoltà hanno travolto gli artigiani e le piccole attività.

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