SANT’ANGELO Teneva la fidanzata prigioniera in casa, prosciolto con la legge “Cartabia”

Il processo a Lodi per il caso di una 24enne che era stata segregata con un lucchetto in un locale al Belfuggito e poi liberata dai carabinieri

Un romeno di 28 anni, Marian A., è stato prosciolto ieri dal tribunale di Lodi dall’accusa di sequestro di persona, per cui rischiava fino a 8 anni di carcere, perché mancava la formale querela sottoscritta dalla sua vittima, una connazionale di 24 anni che si ritiene fosse la fidanzata dell’indagato.

I carabinieri erano intervenuti il 28 febbraio del 2020 in cascina Belfuggito a Sant’Angelo e avevano trovato la porta di uno degli appartamenti chiusa dall’esterno con catena e lucchetto. All’interno, una donna che chiedeva aiuto, e che era stata poi liberata e sentita riguardo a quanto le stava accedendo.

Le indagini avevano portato a ritenere che fosse stato il 28enne a segregarla, forse per impedirle che potesse incontrare altri uomini o fuggire, e l’immigrato era stato denunciato a piede libero.

Il processo si è aperto due anni fa e nel corso delle udienze sono stati già sentiti diversi testimoni. Dall’1 gennaio scorso però devono essere applicate le modifiche introdotte dalla cosiddetta “riforma Cartabia” e il difensore di fiducia del rumeno, un avvocato di Milano, ha fatto rilevare che il sequestro di persona (se non a scopo di estorsione) non è più, come fino allo scorso anno, un reato procedibile d’ufficio, ma richiede la querela. Un atto che la donna non aveva mai formalmente sottoscritto. Per casi analoghi i tribunali convocano la persona offesa, cui sono concessi i termini per formalizzare la sua querela davanti al giudice. Ma in questo caso la romena “prigioniera al Belfuggito” è risultata irreperibile. E così il giudice non ha potuto fare altro che applicare la legge e mandare lo straniero prosciolto, vanificando il lavoro di carabinieri, Procura e gip., e anche le udienze già celebrate prima che entrasse in vigore la Cartabia.

Sul tema, si è espressa pubblicamente sabato scorso anche la Procuratrice generale di Milano Francesca Nanni all’inaugurazione dell’anno giudiziario: «È giusto preoccuparsi per il fatto che alcune modifiche alla procedibilità di vari delitti introdotte dalla riforma Cartabia, in particolare i sequestri di persona, le violenze private, le lesioni dolose fino a 40 giorni di prognosi, possano sostanzialmente lasciare prive di effettiva tutela molte vittime».

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