OSPEDALI Cantieri e super afflusso, a Lodi il Pronto soccorso è ancora in affanno

Il primario Stefano Paglia rilancia l’appello ad utilizzare il servizio solo per le urgenze, per i codici bianchi meglio rivolgersi a Codogno

Cantieri in pronto soccorso. La parte centrale del servizio è stata chiusa per lavori. Sono aperte quindi solo due porzioni di fabbricato su 4. E i disagi, in questi giorni, non mancano. Per questo motivo, il primario del pronto soccorso Stefano Paglia rilancia più del solito l’appello ad utilizzare il servizio davvero solo per le urgenze. Martedì sono fioccate contestazioni per i lunghi tempi di attesa dei pazienti in codice bianco. I lavori saranno terminati ad agosto, poi incominceranno gli altri che potrebbero essere il regalo di Natale per il Lodigiano. Abbattendo i muri, in capo all’ufficio tecnico guidato da Maurizio Bracchi, si riesce a riorganizzare gli spazi di cura e a garantire una maggiore efficienza nell’assistenza ai malati.

Iperafflusso, personale in più

Martedì notte, nel pronto soccorso di Lodi, erano presenti 50 persone. Il primario ha dovuto coinvolgere il quarto medico e ha chiuso il pronto soccorso all’arrivo delle ambulanze del 118. Intanto, però, a Codogno, erano presenti 4 persone. Quello di Lodi era il pronto soccorso più affollato tra Crema, Cremona, Niguarda e Pavia. «L’80 per cento delle persone che viene in pronto soccorso - commenta il dottor Paglia - non ha bisogno di tutti gli altri specialisti. Chi è venuto in codice bianco a Lodi ha aspettato tutto il giorno, mentre a Codogno l’attesa era pari a zero. Chi riceve il codice bianco dovrebbe andare altrove, vuol dire che il suo posto di cura non è il pronto soccorso. Non possiamo ribaltare il sistema perché i pazienti non si rivolgono dal loro medico di famiglia o il medico non risponde dopo il primo tentativo. Più noi continuiamo ad aumentare l’offerta, più aumenta l’utenza. È un circolo vizioso, dal quale non usciamo più. Le persone con una patologia cronica attendendo le ore in pronto soccorso poi peggiorano. Non ci possiamo più permettere di avere 100mila accessi all’anno. Questo comporta poi tempi d’attesa drammatici. I lavori, del resto, andavano fatti ed è giusto farli in estate. Il punto è che l’epidemia non è finita e il pronto soccorso affollato è pericoloso. Nell’ultima settimana, a Lodi sono arrivate 815 persone (77 in codice bianco, 153 in giallo, 567 in verde e 18 in rosso), a Codogno 399 (42 in codice bianco, 65 in giallo, 5 in rosso e 287 in verde).

I lavori

Open space e aree riorganizzate. Gli spazi sono stati adattati al cambiamento dell’epidemia.«I pazienti positivi sono di meno - commenta Paglia -, ma sono più insidiosi. Capita spesso di avere dei pazienti che pensi siano “puliti” che hanno, invece, il tampone positivo, quindi, invece di avere in radiologia il pronto soccorso pulito e qua quello sporco, li abbiamo unificati: sopra è rimasto chi ha un esame programmato».

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