«Non siamo contro il marchio Esselunga ma teniamo a una città diversa»

L’intervento di Silvia Sinibaldi dopo l’assemblea pubblica in piazza San Lorenzo a Lodi

È stato bello vedere stasera la piazza San Lorenzo piena - nel rispetto del distanziamento necessario - e unita nel discutere di un progetto per la nostra città ritenuto da tanti sbagliato.

Pensiamo non solo non sia necessario ma addirittura decisamente controproducente l’adibire un’area enorme e in una posizione cruciale alla realizzazione di un grande supermercato, che potrebbe diventare ancora di più: un iper, un centro commerciale, un hub del commercio online.

Non ci piace non perché ci sta antipatico il marchio. E nemmeno perché siamo quelli della politica del “no” a tutti i costi. E non permetteremo di essere additati come tali, cosa che già succede nei pourparler sui social network o in alcuni bar della piazza. Non permettiamo oggi di sentirci dire che andiamo contro a qualsiasi nuova proposta ma urliamo - con altre raccolte firme, manifestazioni in comune, lettere sui quotidiani... chi ha idee migliori di partecipazione si faccia avanti subito! - che questo progetto non ci piace perché teniamo ad una città diversa, che tuteli il commercio di vicinato, la qualità dell’aria, gli spazi aggregativi costruttivi, il verde, il patrimonio artistico incluso quello architettonico. E abbiamo delle idee su come pensiamo si possa arricchire veramente quello spazio (e altri in città).

Non vogliamo diventi un’immensa area amena di ingorgo e passaggio. Non lo vogliamo proprio.

Un assessore ha fatto presente che gli oppositori dovrebbero rendersi conto che questa operazione è una “picconata al muro di Berlino commerciale” della nostra città. Ebbene, senza entrare nel merito dell’inconsistenza di un paragone simile in una città con 25 supermercati (segnalo che Gigante e i due Bennet non rientrano evidentemente nel calcolo in quanto ubicati in comuni limitrofi); il riferimento ai blocchi della Guerra Fredda risulta quantomeno obsoleto che, ci si creda o no, da quel dì sono passati oltre trent’anni.

Come qualcuno ha detto stasera “anche copiare è un’arte”, certo, per conoscere esempi virtuosi in altre realtà italiane e europee occorrerebbe mettere fuori il naso e avere il coraggio di confrontarsi.

Il paragone è vecchio, la proposta è vecchia e non al passo con i tempi.

Un’idea passata che ruba futuro.

Silvia Sinibaldi

Lodi

(nella foto l’incontro di mercoledì sera in piazza San Lorenzo)

Gentile signora Sinibaldi grazie della lettera, che alimenta il dibattito sul recupero di un’area strategica per la città. Non entro per ora nel merito delle singole posizioni, tutte legittime, di quanti sostengono la bontà del progetto e di quanti invece lo contrastano. Il suo contributo è l’occasione però per ampliare il ragionamento, e per farlo prendo spunto dalle parole del presidente delle Acli lodigiane, Andrea Bossi, apparse proprio sul «Cittadino» lo scorso giovedì. Bossi argomentando circa il futuro economico del nostro territorio ha fatto riferimento allo sviluppo della media e grande distribuzione, che decide dove insediarsi sulla base di logiche di mercato e piani di crescita. Io aggiungo che “tutti” (o quantomeno molti) siamo a favore dei negozi di vicinato, che hanno un “valore sociale”, però “tutti” facciamo la spesa nei supermercati, tant’è vero che questi si sono diffusi a macchia d’olio negli ultimi trent’anni a Lodi città, nel Lodigiano e nella fascia sudmilanese. Così come “tutti” sono contrari alla logistica, salvo poi fare acquisti su Internet e dunque alimentando il commercio online, che prevede appunto nella propria catena distributiva le logistiche. Dunque, forse, andrebbero rivisti i nostri singoli comportamenti, perché è evidente che questi hanno poi ricadute sulle scelte che interessano l’intera collettività.

Lorenzo Rinaldi

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