Mensa del povero, richieste triplicate

Una tavola dove è sempre necessario aggiungere un posto in più, perché i disperati non diminuiscono mai. Anzi, lievitano.

Alla mensa dei poveri di via San Giacomo, gestita dall’associazione Progetto insieme con l’aiuto del Centro d’ascolto della Caritas, nel giro di undici anni il numero dei pasti distribuiti si è quasi triplicato. È passato dai 3.775 del 2001 ai 9.136 del 2012, anche se il “picco” massimo si è raggiunto nel 2010, con 9.573. Oggi i volontari sono alla ricerca di altri locali per allargare la mensa, dove tutti i giorni si presentano uomini e donne che parlano straniero o lodigiano, senza più nemmeno un grosso divario tra commensali. La regola, non sempre rispettata, prevede che possano accedere al servizio solo coloro che si registrano presso il Centro d’ascolto, ricevendo così un buono.

I volontari che ruotano attorno all’attività sono una sessantina: «A mezzogiorno il servizio è abbastanza coperto - spiega Pietro Germani di Progetto insieme -, per la sera abbiamo coinvolto le associazioni, ognuna delle quali si impegna una volta alla settimana». Si parte il lunedì con Progetto insieme, per poi dare spazio nei giorni seguenti al Movimento per la lotta contro la fame nel mondo, alla parrocchia dell’Assunta, agli Scout, al Gruppo famiglia delle Fanfani, ai seminaristi e all’associazione Tutto il mondo.

«Uno dei problemi è dato dal fatto che le persone sono in continuo aumento - sottolinea Germani -, in base alle regole dovrebbero venire a fare i colloqui presso il Centro di ascolto Caritas, in molti però si rifiutano. Di recente abbiamo organizzato un incontro significativo con i beneficiari della mensa, per capire come aiutarli maggiormente. I partecipanti hanno fatto quadrato e si sono detti “dobbiamo aiutarci a buttare fuori le mele marce”. E questo perché a volte capita che qualcuno si comporti in modo strano, alzando la voce o insultando i volontari, a volte a causa dell’alcol o dei tanti problemi che comunque hanno. Abbiamo intenzione di ripetere questo confronto perché è stato molto positivo».

Ogni giorno vengono serviti circa 60 pasti, a cena si presentano soprattutto coloro che si fermano al dormitorio di via Defendente. Se in passato la richiesta più consistente arrivava dagli stranieri, oggi gli italiani non sono da meno.

Le collette alimentari, organizzate sul territorio da associazioni o partiti per dare una mano alla mensa, sono un’iniziativa più che gradita: «Lodi è molto generosa, ma l’aiuto non basta mai - commenta Germani -. Noi raccogliamo il cibo tre volte le settimana, grazie al supporto di supermercati e con una ventina di volontari riusciamo a riempire un camioncino di derrate alimentari che poi portiamo alle quattro case di accoglienza, tra cui la mensa. Abbiamo anche delle donazioni personali». Grazie allo spettacolo andato in scena la scorsa settimana all’auditorium della Popolare, con la collaborazione della scuola di musica Gaffurio e la partecipazione di diversi comici, Progetto insieme potrà garantire 350 pasti.

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