MASSALENGO Pregiudicato 61enne condannato a due mesi per le minacce al sindaco Serafini

L’episodio avvenne l’11 maggio del 2021 davanti alle Poste

Un pregiudicato di 61 anni di Massalengo, S.C., è stato condannato in primo grado dal tribunale di Lodi a due mesi di reclusione per minaccia grave nei confronti del sindaco Severino Serafini. L’episodio si era verificato la mattina dell’11 maggio del 2021 nel centro del paese, davanti all’ufficio postale, dove a seguito di una discussione il primo cittadino era stato colpito con due leggeri schiaffi in faccia e una pacca sulla spalla, come risulta anche dalle riprese di una telecamera, acquisite dai carabinieri. Secondo l’accusa il 61enne avrebbe anche detto a Serafini «scappa quanto vuoi, ormai sei rovinato» ma l’imputato ha negato davanti al giudice di aver pronunciato quella frase o altre offensive o minacciose. Il pm aveva chiesto tre mesi di reclusione, il giudice ha ritenuto di non contestare un’aggravante.

Antefatto del confronto fisico, come emerso nel processo, era stato un post su Facebook fatto dal sindaco il 4 maggio precedente a seguito dell’abbandono di una vecchia Lancia Y senza ruote in un parcheggio pubblico: «Se qualche famiglia ben nota alle forze dell’ordine e alla giustizia pensa di poter fare quello che vuole a Massalengo, ha sbagliato tutto. Non abbasso la testa né la giro dall’altra parte, e invito la popolazione a fare altrettanto». La proprietaria dell’auto, prima di farla depositare in quel parcheggio si era presentata in municipio per chiedere ai vigili un provvedimento amministrativo che liberasse il veicolo dai “fermi” di cui era gravata, a seguito di debiti tributari per 11mila euro: questo svincolo avrebbe permesso alla donna di far demolire il veicolo, che non poteva più tenere nel cortile privato in cui l’aveva ricoverata in precedenza, finito all'asta. La polizia locale però non aveva assecondato la richiesta. «perché non era tecnicamente possibile», aveva ribadito il sindaco. Serafini, ricevuta la segnalazione dell’auto abbandonata, aveva anche telefonato alla proprietaria, invitandola a spostarla dal suolo pubblico. A detta della donna, però, con toni perentori. Comparso il post, la proprietaria dell’auto e suo padre avevano chiesto al comandante della stazione dei carabinieri di Borghetto di incontrare in caserma il sindaco per un incontro chiarificatore. Ma Serafini non aveva risposto all’invito. Quindi la donna aveva sporto querela per diffamazione contro Serafini. E pochi giorni dopo il padre di lei aveva incontrato il sindaco in Posta, invitandolo a uscire fuori per il “chiarimento” cui era seguita la querela del sindaco nei confronti del 61enne.

La Procura di Lodi poi ha ritenuto che il post del sindaco non fosse diffamatorio, archiviando la posizione di Serafini, dopo che il difensore Pietro Foroni aveva tra l’altro documentato un precedente episodio del 2019 riguardante sempre il temporaneo abbandono in area pubblica di quell’auto, mentre il pregiudicato è stato mandato a processo. Il giudice ha riconosciuto il diritto di Serafini a un risarcimento provvisionale di mille euro, che – si fa sapere dal Comune – sarà devoluto in beneficenza, e ha posto a carico del 61enne anche le spese di costituzione di parte civile del primo cittadino. Il quale a seguito della vicenda dei “buffetti sulla guancia” era stato sottoposto per alcuni mesi a sorveglianza attiva su indicazione di prefettura e questura, e ha visto arrivare in Municipio dal ministero dell’Interno una dotazione finanziaria per far fronte a spese legali in caso di minacce agli amministratori comunali.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra un mese, la difesa di S.C. preannuncia ricorso in appello.

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