LODI Torna l’allarme dei dottori per l’Aids
«Il Covid ha rallentato le diagnosi»

Nel Lodigiano seguiti 500 pazienti con Hiv negli ambulatori dell’Asst. «I medici di famiglia prescrivano i test ai loro pazienti»

Aids, scatta l’allerta dei medici dell’Asst di Lodi Angelo Regazzetti, Chiara Cerri e Claudia Papetti. Negli ambulatori del Lodigiano vengono seguiti 500 pazienti con l’Hiv. L’anno scorso, i nuovi casi sono stati 11, nella metà dei pazienti l’infezione si era già trasformata in Aids, perché in tutta Italia il Covid ha rallentato le diagnosi.

L’Aids è ancora una malattia che causa dei decessi. Quest’anno se n’è già andata una persona e un decesso si è registrato anche nel 2021.

I dottori lodigiani dell’equipe di malattie infettive guidata dal dottor Angelo Regazzetti lanciano un appello ai medici di famiglia: «Così come si suggerisce ai giovani il vaccino contro l’Hpv - dicono i professionisti - consigliate anche il test dell’Hiv. I pazienti che arrivano con una diagnosi tardiva magari sono infetti da una decina d’anni e nel frattempo hanno contagiato altre persone».

Alla popolazione, i medici dicono di non abbassare la guardia. «L’Hiv è diventata una malattia cronica, che si cura con una pastiglia e, tra poco, partirà a Lodi anche una terapia iniettiva, ancora più comoda - dicono i professionisti -, ma è meglio non ammalarsi, non è una passeggiata».

L’obiettivo dell’equipe, inoltre, è quello di cancellare lo stigma della malattia e aiutare i pazienti dal punto di vista psicologico.

L’articolo intero in edicola sul «Cittadino» del 31 gennaio 2023

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