LODI Sono già oltre cinquecento le firme raccolte per dire no alla centrale a gas all’ex Macello

Continua la mobilitazione: «Chiediamo di fermare i lavori»

Gabriele Beccaria

«Chiediamo di fermare i lavori». È la linea di opposizione al sorgere di quella che viene definita “una nuova centrale a gas”, dettata da Legambiente Lodiverde e Corpo consolare lodigiano Touring club italiano, decisa e condivisa la mattina di sabato in piazzale 3 Agosto. Il forte “no” ai lavori di potenziamento in corso arriva, però, anche dal gruppo di abitanti della zona tribunale: sono stati loro, in primis, a preoccuparsi della questione. La proposta presentata da Linea Green (società controllata da A2A) ha ottenuto nel novembre 2021 l’autorizzazione ambientale provinciale e i lavori sono in corso. Il progetto prevede l’installazione di due nuove caldaie, con camini alti 22 metri, per il teleriscaldamento, con una potenzialità complessiva di 20 megawatt a metano nel parcheggio dell’ex Macello. Un sistema per cui è previsto il funzionamento per un totale di 2.470 ore annue. Il gruppo di attivisti, che si sono ritrovati per l’occasione anche con i cittadini interessati, ha voluto così chiarire la sua posizione e rilanciare la raccolta firme avviata: «Vuole essere una petizione che faccia vedere quanto la gente ci tenga al rispetto delle tematiche non solo ambientali, ma anche economiche, d’inquinamento e del vivere comune» spiega Andrea Poggio di Legambiente.

«Quella che doveva essere una centrale d’emergenza, alla fine, sostituirà quella già presente al polo universitario fuori città» continua Poggio che, in linea con il pensiero dei residenti, ritiene la centrale posizionarsi in una zona troppo centrale e tra le case. Mostrandosi poi preoccupati per il troppo inquinamento presente a Lodi, il reclamo per lo stop ai lavori è seguito da una richiesta di installazione di pompe di calore o fonti rinnovabili a emissioni zero che andrebbero ad aiutare l’abbassamento dell’inquinamento urbano. «La riduzione del 70 per cento dell’inquinamento, limite da rispettare previsto dall’Oms, non può che contemplare l’abbandono, o abbassamento, del troppo combustibile fossile impiegato» conclude Poggio, ricordando che, soprattutto in questo periodo, i costi di riscaldamento si intrecciano alla qualità della vita. Da qui l’idea della petizione che ha già raggiunto più di 500 firme.

© RIPRODUZIONE RISERVATA