LODI Sindacati all’attacco dopo l’aumento delle rette a Santa Chiara

Molte famiglie preoccupate per i rincari da affrontare

L’aumento delle rette del Santa Chiara è «inaccettabile». La struttura lodigiana «è l’unico caso fra le Rsa lombarde che impone aumenti così cospicui». Durissimi i sindacati confederali sull’annunciato aumento delle rette di degenza a carico delle famiglie del Santa Chiara, 10 euro al giorno, 300 euro al mese. I sindacati richiamano anche il Comune di Lodi a far valere la sua responsabilità in Cda e chiederanno un incontro urgente all’Istituto «al fine di rappresentare gli interessi degli ospiti e delle loro famiglie».

L’aumento choc del Santa Chiara non ha colpito solo la politica. Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil, insieme alle rispettive categorie dei pensionati, hanno preso posizione duramente sabato contro l’incremento dei costi per le famiglie con un documento unitario in cui si definisce «inaccettabile» l’aumento. «Le motivazioni addotte nella comunicazione, che la Fondazione ha spedito ai familiari, non ci convincono affatto – si legge nella nota di Cgil, Cisl e Uil -. L’aumento delle bollette e il costo del personale non possono giustificare la decisione di alzare la retta di 300 euro mensili. È l’unico caso fra le Rsa lombarde che impone questi aumenti così cospicui senza nemmeno coinvolgere le parti sociali e le famiglie preventivamente». Le critiche non risparmiano le istituzioni a dire il vero: «La copertura delle tariffe giornaliere per la quota sanitaria deve essere ripartita tra ospiti e servizio sanitario regionale al 50 per cento – continua il comunicato -. La Regione Lombardia copre appena il 40 per cento, rendendo insostenibile la retta alberghiera a carico delle famiglie. Richiamiamo il Comune di Lodi, in qualità di componente nel Consiglio di Amministrazione, alle proprie responsabilità su quanto sta avvenendo a discapito delle famiglie e degli ospiti».

In ogni caso, i problemi economici dell’ente, dopo due anni di pandemia, non possono ricadere sugli ospiti e le loro famiglie. «L’onere aggiuntivo indebitamente richiesto ci pare dovuto a situazioni pregresse che hanno aggravato in generale le condizioni della struttura che oggi si vuole rinforzare – conclude la nota unitaria -. Il sacrificio richiesto potrebbe risultare anche particolarmente oneroso per i Comuni, che si troverebbero nelle condizioni di intervenire a sostegno dei nuclei familiari impossibilitati a compartecipare economicamente. Le organizzazioni sindacali chiederanno all’Istituto un incontro urgente al fine di rappresentare gli interessi degli ospiti e delle loro famiglie».

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