LODI Saluti romani per Ramelli, scoppia il caso politico. L’Anpi contesta chi ha dato l’autorizzazione: «Raduno fascista, basta tollerare»

Dopo la manifestazione al cimitero Maggiore intervengono gli esponenti della sinistra lodigiana

Un conto ricordare i morti, un conto cogliere l’occasione per provocazioni e manifestazioni di stampo fascista, «che dovrebbero essere punite dalla legge». Dal mondo della sinistra lodigiana è un coro di condanne alla manifestazione neofascista di sabato pomeriggio al cimitero Maggiore di Lodi e alla seconda manifestazione di Lealtà e azione di ieri pomeriggio, per la quale è stata a lungo bloccata al traffico viale Milano. A capeggiare la squadra sabato pomeriggio c’era Roberto Fiore, leader di Forza nuova, condannato per l’assalto del 9 ottobre 2021 alla sede Cgil di Roma. «Sinceramente non c’è molto da commentare, se una persona si sente in diritto di manifestare così il suo pensiero dimostra quello che è, un fascista», dice Eliana Schiadà, segretaria generale della Cgil di Lodi.

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È l’Anpi di Lodi che invece attacca: «È imbarazzante trovarsi ogni anno alle prese con la stessa storia - dichiara il vicepresidente Anpi provinciale Gabriele Zuffetti -. Sono manifestazioni fasciste, punibili per legge, assurdo che ogni volta vengano tollerate o addirittura autorizzate. Una volta avuto il quadro preciso, valuteremo se approfondire la questione con gli organi competenti. Un conto è il rispetto per i morti ma, senza voler riattizzare polemiche, anche le intitolazioni delle vie poi diventano il pretesto per svolgere questo tipo di manifestazioni. Sinceramente sono situazioni molto spiacevoli e inaccettabili».

Il tema è anche giuridicamente rilevante perché in sospeso tra la libera manifestazione di pensiero e il principio dell’apologia di fascismo. I valori sottostanti però non lo sono. «Ci sono leggi che puniscono o dovrebbero punire l’apologia di fascismo e queste sono manifestazioni fasciste - commenta Roberta Vallacchi, segretaria Pd provinciale e consigliera regionale -. Come Pd con l’onorevole Emanuele Fiano abbiamo portato avanti un ulteriore specifica normativa. Ciascuno ha il diritto di portare omaggio a chiunque al cimitero, non è questo in discussione, e nessuno quindi vieta di visitare la tomba o di ricordare Ramelli. Diverso è mettere in atto gesti di memoria fascista, che vanno contro la nostra stessa Costituzione che è antifascista».

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