LODI Rapito in Niger, il missionario padre Maccalli parla in cattedrale - Il video

Sabato sera la Veglia missionaria: «Non stanchiamoci di pregare per la pace»

«Vi dico in verità: ho perdonato a chi mi ha fatto soffrire e ha fatto soffrire la mia famiglia e tanti amici. L’ho detto guardando la croce. “Padre, perdona loro, non sanno quello che fanno”. L’ho detto anche al capo dell’ultimo gruppo che mi ha tenuto in sequestro, quel 29 ottobre 2020 mentre mi conduceva alla liberazione». E proprio il 29 ottobre di due anni dopo, padre Gigi Maccalli ha portato la sua testimonianza nel duomo di Lodi, nella Veglia missionaria. Padre Gigi ha detto di sentirsi a casa a Lodi, dove ha compagni di studio in seminario e compagni di missione nella terra del Niger. Anzi, ha chiesto scusa se il suo sequestro, dal 17 settembre 2018 all’ottobre 2020, ha causato per prudenza la chiusura della missione lodigiana in Niger. Ha ringraziato il Carmelo di Lodi e quanti hanno pregato per lui. Nato a Crema nel 1961, originario di Madignano, padre Gigi ha concluso: “Ho visto tante armi, tanto dispetto negli occhi e nelle parole di giovani contro di me, ma sono convinto che solo il perdono e la mano tesa di fraternità spezzi l’odio e la violenza. Io mi impegno per un’Africa alternativa alla violenza, il Vangelo del perdono e della fratellanza umana per costruire la pace. Mi impegno ad essere fratello universale e a dire a tutti “non incatenate mai nessuno, né con catene ferree né con pregiudizi. Siamo tutti fratelli”. Non stanchiamoci di pregare per la pace”.

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