LODI Piano Esselunga, ricorso e diffida sulla nuova rotonda di viale Dante

Comitati e opposizione si schierano contro il taglio di nove piante

Nuovo ricorso e una diffida contro gli interventi del piano Esselunga a Lodi: i comitati si stanno mobilitando per fermare il taglio di nove alberi tra viale Dante e viale Vignati, dove verrà realizzata una rotatoria.

«Il coordinamento Lodi vivibile ha già impugnato gli atti urbanistici che riguardano la trasformazione dell’ex Consorzio agrario davanti al Tar e si attende il giudizio nel merito. Ora è stato dato mandato all’avvocato di chiedere anche la sospensiva – spiega il consigliere comunale di opposizione Stefano Caserini (110&Lodi) –. Questo intervento presenta molte criticità, che denunciamo da tempo. Chiediamo quindi all’amministrazione Casanova di bloccare le opere su viale Dante. Non si sacrifichino gli alberi». E l’architetto Giusi Rossi del coordinamento Lodi vivibile: «Con il disegno della nuova rotonda il passaggio di pedoni e ciclisti è piegato alle necessità del traffico veicolare. Nelle ore di uscita dei ragazzi da scuola gli studenti invaderanno la strada e rischia di essere pericoloso». Un tema ripreso anche da Simonetta Saccardi, docente del Bassi: «Così disabili e non vedenti non avranno più semafori, non è molto sicuro». Critiche sono state espresse anche dai consiglieri comunali di opposizione, Simone Piacentini (Pd), Francesco Milanesi (Lodi civica) e dall’esponente del gruppo Lodi comune solidale Enrico Bosani. Le piante che si prevede siano tagliate, sulla base del progetto della nuova rotonda, sono state dai comitati coperte di nastro rosso e bianco per segnalare i tronchi che verranno sacrificati per fare spazio allo svincolo. Infine il comitato spontaneo Isola Carolina, rappresentato da Layla Pensa, ha annunciato di aver presentato un atto di diffida firmato da Antonella Rossi e trasmesso al Comune di Lodi, alla Prefettura e Procura della Repubblica per fermare l’abbattimento di nove piante in zona viale Dante e viale Vignati. Nel testo si avverte che «qualora gli alberi non fossero stati malati o gravemente compromessi i destinatari della diffida ne saranno ritenuti direttamente responsabili e saranno chiamati a risarcire la cittadinanza del corrispondente valore economico del danno arrecato».

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