LODI Niente speranza per i platani, per le Ferrovie sono da tagliare

Secondo Rfi tre alberi di viale Trento Trieste interferiscono con le linee

Doccia fredda per i tre platani di viale Trento Trieste, al centro della richiesta di deroga al taglio inoltrata dal Broletto.

Una richiesta respinta da Rete Ferroviaria Italiana in quanto «la sicurezza e regolarità dell’esercizio ferroviario e l’incolumità delle persone rappresentano l’interesse prevalente che deve essere tutelato al di sopra di qualsiasi interesse di carattere privato o individuale». Proprio RFi, già a partire dal 2021, aveva più volte intimato al Comune di Lodi di procedere al taglio di questi e di altri sei esemplari dello stesso filare – questi sei già abbattuti – perché interferenti con la linea ferroviaria. Rfi ha poi aggiunto che gli studi agronomici hanno mostrato come «non sono esclusi pericoli di cedimento delle piante», ha ribadito la richiesta di abbattimento e inviato anche un monito per l’emanazione di un’ordinanza urgente per il taglio di rami e alberi interferenti con la linea, ribadendo che in caso di danni alla rete (o di interruzione del pubblico servizio) la conseguenza sarebbe una richiesta di risarcimento danni al Comune di Lodi.

«Sono dispiaciuto di questa mancata deroga, che abbiamo avanzato perché ritenevamo di aver fatto il possibile per minimizzare il rischio – dichiara l’assessore all’Ambiente Stefano Caserini - . Abbiamo già spiegato che non è possibile ridurre l’altezza degli alberi in modo da annullare il rischio di caduta sul sedime ferroviario, come richiesto da Rfi. Due diversi studi agronomici hanno spiegato come un intervento di potatura radicale indebolirebbe le piante che sarebbero ancora più a rischio. E già oggi la classe di propensione al cedimento sarebbe da ritenere non inferiore a moderata (quindi classe C o peggiore)». A questo punto si procederà al taglio, ma l’impegno, come ha chiarito dall’assessore , è a «riqualificare l’intero viale Trento e Trieste mettendo a dimora alberi di terza grandezza, in modo da ricreare una continuità prospettica delle chiome lungo l’asse viario». Caserini ribadisce che si è fatto tutto il possibile, ma «al di là della responsabilità patrimoniale incombente sull’amministrazione in caso di danni alle cose, come amministrazioni dobbiamo valutare l’ancora più significativa responsabilità di danni alle persone che viaggiano sulle linea».

© RIPRODUZIONE RISERVATA