LODI Liste d’attesa, Vallacchi all’attacco PODCAST

Dopo l’audizione dell’assessore regionale in commissione sanità. Bertolaso: «Investiti oltre 61 milioni»; Baffi: «Importante aumento della produzione»

«All’ospedale di Lodi per una colonscopia bisogna aspettare fino al 29 aprile 2024, in quello di Codogno fino al 6 maggio 2024, nonostante sia richiesta dal medico come “attesa breve”, cioè al massimo 10 giorni. Per un test cardiovascolare da sforzo, con prescrizione con priorità urgente, oggi, 11 maggio, nel Lodigiano, non è presente alcuna disponibilità. Questa è la situazione nei nostri ospedali e non va meglio per altri tipi di prestazioni specialistiche», fa sapere Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, che ha fatto di persona l’indagine.

La consigliera di Lodi è intervenuta al termine dell’audizione dell’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso, nel corso della riunione della III commissione permanente sanità, a palazzo Pirelli.

«Nei primi mesi del 2023 - ha detto quest’ultimo - abbiamo messo in campo strumenti e risorse economiche per oltre 61 milioni di euro. Di questi, 43 milioni sono già stati stanziati per ridurre le liste d’attesa sotto forma di incentivi per medici, personale sanitario e per le spese organizzative, al fine di dare risposte più precise e rapide ai cittadini. Abbiamo accantonato altri 18 milioni di euro che utilizzeremo dopo aver valutato le attività per incentivare chi lavora meglio».

«È importante -ha dichiarato a margine della riunione la presidente della commissione Patrizia Baffi - che sia stato previsto un incremento della produzione, calcolato sulla scorta delle esigenze manifestate dalle strutture sanitarie, ma ritengo ancora più importante che si stia operando per costruire una risposta programmatica al problema. Non si tratta quindi di interventi spot o emergenziali, ma della messa in campo di una serie di iniziative tra le quali rientra anche il Centro unico di prenotazione, anche finalizzato a superare ciò che oggi rende difficile la interrelazione tra sistemi operativi e agende di prenotazione. Mi preme infine sottolineare che comunque è necessario che ci si occupi anche del tema dell’appropriatezza delle cure studiando la possibilità di uno screening di primo livello, utile a selezionare gli accertamenti e se necessario ridurre il ricorso a un secondo livello e quindi a non incrementare le liste di attesa».

L’esponente Dem Roberta Vallacchi però non ci sta.

«Ho scoperto che per altre prestazioni sempre con richiesta breve, alla data del 9 maggio 2023, il primo appuntamento disponibile per una visita endocrinologica è all’ospedale di Lodi il 2 ottobre 2023; per una visita oculistica a Lodi si va l’11 luglio, a Codogno il 9 agosto; la dermatologia negli ospedali provinciali si colloca in agosto: il 4 a Casale, l’8 a Sant’Angelo, il 10 a Codogno; l’ecocardiografia con color doppler il 29 agosto a Lodi e il 13 novembre a Codogno; l’ecografia con addome completo non dà alcuna disponibilità in nessuno dei nosocomi».

«Però, proprio questo pomeriggio - aggiunge Vallacchi -, nella prima seduta della commissione sanità dopo mesi e mesi, l’assessore al Welfare Bertolaso è venuto a dirci che le prestazioni sono aumentate. Evidentemente qualcosa non torna se poi, alla prova dei fatti, questo è il risultato. E infatti ci sono due grandi questioni che confermano le criticità: la diversità di comportamento tra erogatori pubblici e privati e l’agenda unica delle prenotazioni che di fatto non esiste, non solo tra pubblico e privato, ma anche tra le stesse strutture pubbliche. Il comportamento diverso è sancito per esempio sulle prime visite: dalle slide che l’assessore ci ha mostrato si è visto che l’incremento che si è riusciti a ottenere è stato più consistente nel pubblico che nel privato. Ma perché la Regione non fa lavorare gli erogatori privati su tutte le prestazioni? Su questo Bertolaso non si è espresso, esattamente come i suoi predecessori».

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