Lodi, la polemica sul teleriscaldamento: Furegato promette di rivedere il progetto

«Invece di prendersela con la vecchia giunta, quella attuale doveva accorgersene da sola»

La premessa è che non interviene perchè invitato dal sindaco a farlo, ma perché reputa «la questione di reale importanza in chiave di salute pubblica e tutela dei cittadini». Anche perché «invece di riflettere su cosa pensa della vicenda Furegato, l’amministrazione farebbe bene a documentarsi al meglio possibile per assicurare ogni notizia utile alle persone e con grande attenzione all’evolversi della situazione». Andrea Furegato, candidato sindaco della coalizione civica e di centrosinistra, sostenuto da otto liste, interviene sulla partita lavori alla centrale del teleriscaldamento all’ex Macello. «L’intera vicenda doveva essere analizzata attentamente non certo da ora, quando sono stati gli stessi cittadini a sollevare la questione, ma già dall’estate scorsa, quando fu presentata dalla proprietà la proposta relativa alla volontà di ampliamento della centrale - sottolinea Furegato - : nessuno è intervenuto o ha detto nulla per mesi e quella che doveva essere una centrale di emergenza, alla fine sostituirà quella già presente al polo universitario». Sull’iter del passato, Furegato rimarca che «quando si afferma che la precedente giunta ha voluto l’impianto di accumulo e ha stipulato la convenzione con l’azienda, che è diventata proprietaria dell’area, si dice una cosa non vera: la giunta in carica approvò una delibera che prevedeva una permuta di aree nell’ambito dell’ampliamento della rete di teleriscaldamento, che presupponeva la realizzazione di una centrale di emergenza. La localizzazione era prevista nel parcheggio ex Macello, con l’occupazione di 590 metri quadri, per cui è stato previsto un impegno a mettere nella disponibilità del Comune di Lodi aree nella stessa zona per 1.200 metri quadri da destinare a parcheggio a compensazione dei posti auto eliminati». Insomma «la storia è questa, l’interpretazione che ne è stata fatta è strumentale». Sulle modifiche richieste nel 2021 dalla proprietà - «non più per una centrale di emergenza, ma per la costruzione di impianti di produzione a servizio delle rete che di fatto coinvolgono anche un punto di emissione di oltre 8 tonnellate di Co all’anno, che pur rimanendo nei termini di legge, rappresenta un fattore inquinante», Furegato chiarisce «che sarebbe stato utile aumentare il livello di vigilanza, valutare gli eventuali rischi, dialogare con la proprietà per eventuali soluzioni differenti e, prima di ogni altra cosa, spiegare tutto, e bene, ai cittadini. Nulla di tutto questo è stato fatto». L’ultimo aspetto è la prospettiva in caso di elezione. «Da sindaco senz’altro proverei a ridefinire i contorni della vicenda con la proprietà, nel tentativo di trovare luoghi meno problematici per ospitare un impianto di queste caratteristiche. Non si tratta di scaricare in periferia ciò che il centro della città non è adatto a ospitare, ma di trovare una soluzione più efficace e più innovativa, valutando fonti alternative per l’alimentazione del teleriscaldamento, come la pompa di calore. Serve dialogare, dunque, non dividere; attenzione massima, non applicazione scostante e sterili annunci».

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