LODI La centrale a due passi dal centro, i residenti fanno sentire la loro voce

Nel lungo incontro con il sindaco e i tecnici è stata ribadita la richiesta di sospendere e ripensare l’intervento per il teleriscaldamento

Una lunga lista di domande, in arrivo da chi vive tutt’intorno alla nuova centrale che sta prendendo forma all’ex Macello. E la richiesta di sospendere e ripensare l’intervento, ovvero i lavori di Linea Green per installare due nuove caldaie con una potenza complessiva da 20 MW, trasformando di fatto quello che doveva essere una centrale ausiliaria in un polo di produzione delle rete ad anello del teleriscaldamento. Oltre due ore di confronto, ieri a palazzo Broletto, nell’incontro richiesto da un gruppo di residenti, con il supporto di Legambiente, e convocato dal sindaco di Lodi Sara Casanova. «Una giornata voluta per chiarire tutti i dubbi della cittadinanza, a fronte delle legittime richieste pervenute» ha detto il primo cittadino. Se l’ingegner Michela Binda, responsabile del Suap, ha chiarito l’iter autorizzativo - la società ha presentato Scia alternativa al permesso di costruire anticipata da una valutazione di impatto paesistico, mentre a novembre 2021 risale il rilascio da parte della Provincia di Lodi dell’Autorizzazione unica ambientale - , a illustrare l’intervento il direttore generale di Linea Green Enrico Ferrari, che ha spiegato la necessità di garantire un maggiore equilibrio alla rete aumentando i punti di produzione con un impianto ad alto rendimento integrato nel contesto urbano.

«Mi stupiscono le critiche - ha chiarito Ferrari - perché andremo a sostituire due vecchie caldaie vetuste con due nuovi impianti che hanno un limite di emissioni inferiori del 50 per cento rispetto a quelle sostituite. L’efficienza sarà maggiore e con un perfetto funzionamento delle rete, nel rispetto della normativa in essere e di tutte le procedure». Diversi i rilievi dai cittadini, dalla mancanza di informazione preventiva, alla contrarietà per la creazione di una centrale funzionante a ciclo continuo (per 2470 ore annue ndr) in pieno centro, al rischio che le case perdano valore per le presenza dei nuovi camini. Tra i rilievi anche quello estetico della centrale. Il sindaco di Lodi ha chiarito che «si tratta di una scelta fatta tempo fa e che si va a implementare secondo una tecnologia migliorativa. La società ha tutte le autorizzazioni possibili. Raccogliendo le perplessità ascoltate, mi faccio promotrice della richiesta di un’ulteriore mitigazione per l’impatto visivo dei serbatoi». Il sindaco ha anche ricordato gli impegni ambientali dell’amministrazione, dalla forestazione Isolabella ai bus ecologici. Delusione espressa a margine dell’incontro da Legambiente, per voce di Andrea Poggio. «Durante l’incontro è emerso che le centrali a servizio di teleriscaldamento, gran parte a gas metano, passano da 44 MW a 60 MW, ma quali nuovi impianti verranno costruiti e quando? Esiste una relazione di sviluppo delle rete e l’inquinamento cresce o diminuisce? Siete disposti a fermare tutto e farci capire qualcosa di più? Noi continueremo la raccolta firme, siamo a 500 in due giorni e mezzo, per chiedere lo stop ai lavori e a questo punto anche la discussione di un piano di sviluppo delle rete che il consiglio comunale non ha mai discusso».

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